La responsabilità nelle aziende a conduzione familiare

29 Luglio 2009 Off Di Pastaria

Un caso giuridico reale, la presenza di Listeria in un prodotto alimentare fresco, presentato in questo articolo, offre spunti di riflessione ai produttori di pasta sul tema della responsabilità penale nell’ambito di aziende a conduzione familiare.

di Lino Vicini

Attualmente i piccoli produttori di pasta devono affrontare un numero di problemi superiore a quelli registrati in passato. Fatte le debite proporzioni, tali difficoltà risultano essere non meno impegnative di quelle che si pongono ai manager delle grandi industrie, anche di dimensione multinazionale.
Lo scenario odierno si caratterizza, in primo luogo, per una situazione economica generale completamente diversa da quella esistente solo qualche lustro fa, dove la concorrenza era molto più blanda e gli spazi di manovra per le imprese sicuramente più ampi.A questo stato generale si sommano le difficoltà collegate ad aspetti più propriamente tecnologici e produttivi connessi alla realizzazione di alimenti di buona qualità da offrire ad un prezzo appetibile sul mercato.
Questo ampio quadro sarebbe parziale ed incompleto se non si tenesse conto anche di svariati vincoli legislativi introdotti dal legislatore nazionale e di quello comunitario.
Lo stato italiano e la Comunità europea hanno, nelle rispettive competenze, imposto alle imprese numerosi obblighi e divieti a tutela di svariati beni giuridici.
Così ai tradizionali interessi garantiti dal legislatore, come per esempio la correttezza ed onestà negli scambi commerciali, si sono aggiunti nuovi profili.
Tra i tanti possiamo ricordare, senza essere esaustivi, la protezione della salute di tutti i lavoratori da infortuni e malattie professionali, la difesa dell’ambiente da attività inquinanti e pericolose, ma anche la sicurezza dei consumatori finali.[hidepost]
Quest’ultimo aspetto in realtà non è una vera e propria novità. Infatti la legge principale in tema di produzione e commercio di sostanze alimentari (n. 283 del 1962), attualmente ancora in vigore, risale ad oltre quarantasette anni fa.
Tale consolidata disciplina ha introdotto nel nostro paese un severo controllo nell’igiene degli alimenti e delle bevande da parte della magistratura penale.
La normazione specifica di settore, quindi ampiamente nota nei suoi aspetti principali agli operatori italiani, continua tuttavia ad essere oggetto di reiterati interventi riformatori che ne mutano e rendono cangianti i diversi profili.
In particolar modo, il legislatore comunitario ha provveduto ad introdurre molte nuove disposizioni tese ad uniformare le diverse realtà presenti all’interno dell’Unione europea.
È sufficiente un semplice cenno a tal proposito all’imponente produzione normativa rappresentata dai regolamenti comunitari in tema di sicurezza, rintracciabilità e controllo degli alimenti per avere un idea dell’importanza delle novelle per tutti i produttori, non solo di pasta.
Si può infine prendere atto come questi doveri talvolta non siano facilmente adattabili alle piccole o piccolissime realtà produttive del nostro paese, nonostante gli sforzi fatti da tutti gli operatori per rispettare il tenore e lo spirito delle regole. A questo proposito, si può prendere come esempio sintomatico delle difficoltà che possono emergere in concreto la ripartizione dei compiti e delle responsabilità all’interno di piccole aziende come quelle artigiane o a conduzione familiare. Questi aspetti sono estremamente importanti e delicati anche al fine di evitare contestazioni ed eventualmente sanzioni per il mancato rispetto della legge […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]