Pastificio Maccheroni Dolci

Pastificio Maccheroni Dolci

28 Aprile 2009 Off Di Pastaria

la Redazione

Rivista sulla pasta Pastaria 13 >> Pastificio Maccheroni Dolci

La strada si inerpica dolce fra le colline che il giorno tinge di tenui colori invernali. Qui l’aratro dell’uomo ha ordinatamente ridisegnato la terra, più in là le chiome di olivi vetusti, sotto alcuni dei quali probabilmente predicò San Francesco. Il paesaggio verde che scende verso la valle ci dice che siamo in Umbria.
Entrando nel piccolo paese di San Terenziano, ci imbattiamo in un bell’edificio con una scritta invitante: «Maccheroni dolci» e per i non addetti ai lavori il nome può sembrare che indulga un po’ troppo alla creatività, ma nel centro e nel sud Italia, con diverse tipologie e terminologie, questa antica preparazione rituale è tutt’oggi ben conosciuta. Variamente preparate e addolcite sono paste che si cucinano in occasione di particolari feste liturgiche: in Umbria ve le servono dolci, condite con un intingolo di noci che profuma di limone e di cannella. Piatto della vigilia, dunque, dove la pasta deve essere confezionata solo con farina e acqua, per rispettare la tradizione liturgica e dove il dolce, un tempo, era dato unicamente dal miele. Ma questi maccheroni sono talmente gustosi che oggi qualcuno al condimento aggiunge il cacao.
è qui che incontriamo Piero Gili e la moglie Emanuela Proietti, che hanno aperto nel 2003 un bel pastificio. Piero in realtà faceva lo chef in una importante struttura romana, ma la crisi che ha investito tutto il mondo del lavoro, lo ha fatto ritornare nella sua terra d’origine, obbedendo al segreto desiderio di occuparsi in ogni modo di cibo, coinvolgendo nel progetto di lavoro anche la moglie che è una creativa. [hidepost] Emanuela ci racconta che è stata proprio la golosità di Piero a dire l’ultima parola nel progetto di diventare pastai e così creatività e manualità in cucina sono diventati gli ingredienti portanti della loro nuova attività. Accanto quindi ai formati tradizionali, come gnocchi, fettuccine, lasagne e stringozzi, la loro attenzione si è fermata sulle paste ripiene nelle quali è più facile riversare la creatività. Il primo passo, per una produzione sopra le righe, è stato quello di usare solo prodotti freschi e del territorio e naturalmente sul loro bancone non possono mancare i ravioli ripieni di ricotta e spinaci, perché sono sempre molto richiesti, mentre i tortellini si farciscono rigorosamente con carni scelte, parmigiano e mortadella. Il fatto di rifornirsi solo sul territorio fa sì che a volte ad esempio, nel ripieno può essere addirittura utilizzata la chianina che spesso viene macellata in zona […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]