Premiato Pastificio Afeltra

Premiato Pastificio Afeltra

25 Settembre 2009 Off Di Pastaria

La redazione

pastificio-afeltra-rivista-sulla-pasta.jpgPochi pastifici possono vantare una storia come il Premiato Pastificio Afeltra.
La sede, con la sua facciata monumentale dell’Ottocento sorge in un punto emblematico, proprio in quello che un tempo si chiamava corso Sancio e che oggi è via Roma, a Gragnano, cittadina che ha dato i natali alla pasta napoletana. Situata alle pendici dei Monti Lattari, a 20 chilometri a sud di Napoli, Gragnano deve il suo nome alla nobile e antica famiglia romana Gens Grania che aveva possedimenti nella zona. Oggi si pregia del titolo di capitale europea della pasta e dal 2005 ha conseguito la più che meritata Indicazione Geografica Protetta sulla pasta.Non a caso in questo luogo, il 12 luglio 1845 il Re di Napoli Ferdinando di Borbone, accompagnato dalla Regina, attraversando Corso Sancio degustò i maccaroni apprezzandoli e definendoli come «rara bontà«. Da allora si producono con speciale cura, li maccaroni del Re.
Il Premiato Pastificio del Cavalier Olimpio Afeltra è tra i più antichi a Gragnano. Fu proprio questo pastificio, infatti, a lanciare, all’inizio dell’Ottocento, l’ancora oggi celebre formato dei maccheroni. La storia vuole che anche Ferdinando II dei Borboni abbia fatto visita a Gragnano al pastificio Afeltra, per assaggiare i famosi maccheroni. «Un maccherone vale cento spaghetti» sembra essere stato il suo commento dopo averli assaggiati. Ma i gusti son gusti  – aggiungiamo noi – e una sfida tra maccheroni e spaghetti ci appare davvero poco sensata…[hidepost]
Anche più recentemente, nella storia della pasta di Gragnano, figura centrale è stata quella di Olimpio Afeltra, che nel 1934, subentrò allo zio Giuseppe nella gestione del pastificio. Nonostante le innumerevoli difficoltà che nel tempo egli dovette superare – non ultima quella legata al decreto, che nel periodo fascista, imponeva la produzione autarchica del grano – riuscì sempre a rilanciare e tenere in auge l’attività […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]