Alimentare in ginocchio: Federalimentare e Alleanza Cooperative scrivono a Draghi

27 Gennaio 2022 Off Di Redazione

Piccole medie imprese a rischio chiusura, rincari insostenibili

Il comparto agroalimentare è a “rischio paralisi”, per i rincari di energia elettrica e gas da un lato e delle materie prime dall’altro. Da qui l’appello al presidente del Consiglio Mario Draghi “affinché il Governo ponga in essere urgenti misure per arginare la situazione emergenziale e si faccia promotore di iniziative a livello europeo: servono provvedimenti per tutelare le imprese da speculazioni riconducibili a fattori anche di natura geopolitica”.

È quanto hanno chiesto Giorgio Mercuri e Ivano Vacondio, presidenti di Alleanza cooperative Agroalimentari e Federalimentare in una lettera inviata al Premier.

Dal gas al grano, impennate fuori controllo


Il costo dell’energia elettrica è passato dai 40-45 € megawatt/h ai 300 € Megawatt/h e quello del gas da 0,17 € al metrocubo a 1,30 €. A tali rincari si aggiungono quelli delle materie prime e degli imballaggi. A ciò si aggiungono le impennate, dal 400% al 1000%, di container e noli marittimi.

Si valuta il fermo impianti


Molte aziende, denunciano Alleanza Cooperative Agroalimentari e Federalimentare, “stanno valutando il blocco di alcune linee di attività e, nei casi di maggiore difficoltà, la chiusura degli impianti di trasformazione“.

Cooperative e industrie, indubbiamente, non intendono sospendere la propria produzione ma da sole non possono farcela, tenuto conto che “le attuali dinamiche commerciali con la Gdo escludono la possibilità di una revisione dei prezzi che possa compensare i maggiori costi sostenuti”.

“Se i prezzi dell”energia continuano a lievitare, con aumenti che arrivano al +200-300%, la chiusura per molte pmi diventerà inevitabile. È per  questo che chiediamo ufficialmente aiuto al governo” sostiene il presidente di Federalimentare, Vacondio.

A rischio le colture per l’industria


Il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari, Mercuri, aggiunge: “I problemi delle industrie alimentari di trasformazione portano con sé il rischio di una progressiva limitazione delle produzioni agricole: in alcuni casi sarà infatti necessario intervenire nella programmazione delle prossime campagne produttive, contenendo proprio quelle coltivazioni che necessitano di una lavorazione industriale. E ciò avrà conseguenze anche sull’impiego di manodopera in campagna”.