Certificazioni di qualità, annessi e connessi
28 Aprile 2009Sistemi di qualità, EMAS II, BRC, IFS, GAP, denominazioni europee. Quanti sono gli strumenti che certificano qualità aziendale, di prodotto o di servizio? E quanto sono utili all’impresa? In azienda ogni scelta è ponderata e ogni strada va percorsa solo se costituisce un vantaggio competitivo nei mercati.
di Maria Antonietta Dessì
La certificazione di qualità, la certificazione ambientale o anche quella etica, più recente e ancora poco diffusa, rappresentano un’importante garanzia alla quale l’azienda applica procedure che assicurano il rispetto di normative comunitarie ed internazionali o altre regole totalmente volontarie che danno evidenza della qualità del prodotto, dal servizio o dalla organizzazione interna dell’impresa.
è giusto precisare che il termine qualità, quando si tratta di alimentari, non va inteso come qualità intrinseca del prodotto. Il significato della parola “qualità” in questo contesto è ancora più difficile da esplicare e può essere inteso in tanti modi (freschezza e salubrità, bontà della materia prima, caratteristiche del processo produttivo, tradizione del prodotto, legame con il territorio, ecc.). In questo caso non è nulla di diverso dal rispetto di alcuni standard precedentemente determinati. Rispetto che viene certificato da organismi esterni all’azienda ed autorizzati da un ente e che oltre al riconoscimento iniziale, effettuano controlli periodici per il mantenimento della certificazione stessa.
Le certificazioni più note e più diffuse sono la UNI EN ISO 9001: 2000, che certifica il sistema di qualità. Vi è poi la ISO 14001 EMAS II, sistema di gestione ambientale. Ve ne sono altre che riguardano la standardizzazione di modelli e processi, ma tra quelle più note nel settore alimentare, oggi spiccano anche la BRC e la IFS, richieste nei mercati anglosassoni e non solo e oggi requisito indispensabile per accedere alla GDO di quei mercati.[hidepost]
Esiste inoltre una costellazione di altri protocolli interni alle singole catene della GDO nazionale ed internazionale che vengono imposti di volta in volta e che hanno caratteristiche specifiche ma spesso ricalcano quanto già previsto nella ISO 9001.
Le grosse catene effettuano anche le verifiche ispettive con proprio personale e normalmente considerano la certificazione di qualità come un elemento di merito in più per l’azienda.
La certificazione di qualità è quindi un ottimo biglietto da visita in diversi contesti sui mercati nazionale ed internazionale, prima di tutto […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]