Con caro grano più semine a frumento nelle campagne dell’Unione europea

6 Febbraio 2023 Off Di Pastaria

Le stime degli analisti prevedono una crescita delle semine a frumento, con sviluppi positivi sui prossimi raccolti. 

Per i frumenti si prefigura una prospettiva migliore, rispetto alle attese iniziali, nella campagna 2022/23 in relazione ai livelli d’offerta. Ma il dato forse più atteso è la conferma, basata sulle prime stime degli analisti, di una crescita delle superfici investite, anche in Italia, con possibili ulteriori sviluppi positivi per i prossimi raccolti.

La prima rassicurante evidenza l’hanno fornita gli analisti d’Oltremanica dell’International Grains Council (Igc) che nel loro ultimo forecast hanno confermato la buona prospettiva sulla produzione mondiale di frumento 2022/23. Una stima che riflette in gran parte la migliore valutazione sul raccolto russo, con Mosca che, nelle proiezioni formulate dal Dipartimento americano dell’Agricoltura (Usda), riuscirà quest’anno a esportare un quantitativo record di 43 milioni di tonnellate di grano, rafforzando la sua leadership a livello globale.

Nel rapporto mensile, il board intergovernativo britannico ha fissato l’asticella del raccolto mondiale a 791 milioni di tonnellate nel 2022/23, rispetto a una iniziale valutazione di 778 milioni. Se rapportata ai livelli della scorsa stagione la nuova stima restituisce una crescita di 10 milioni di tonnellate (la produzione della campagna 2021/22 era ammontata a 781 milioni di tonnellate) corrispondenti a un incremento anno su anno dell’1,3%, in controtendenza rispetto alle attese iniziali.

Da rilevare che in base agli ultimi conteggi, a corollario di un’annata particolarmente favorevole dal punto di vista climatico, la Russia dovrebbe produrre circa 93 milioni di tonnellate di frumento, un quantitativo in aumento sia rispetto alla previsione iniziale di 87,6 milioni sia alle stime dell’Usda pubblicate nel report di dicembre che fissano l’output della Federazione a 91 milioni di tonnellate.

L’Igc, sempre in relazione al ruolo di Mosca, si mostra più prudente nel formulare la sua stima sulle esportazioni della campagna 2022/23, mantenendola attorno ai 37 milioni di tonnellate (6 milioni in meno rispetto alle indicazioni dell’Usda), valutazione che incorpora un maggiore accumulo di scorte nel Paese, con stock quasi doppi rispetto alla precedente campagna.

I grani russi – è bene ricordarlo – hanno assunto da febbraio dell’anno scorso, dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, un ruolo chiave per gli approvvigionamenti in tutta l’area del Mediterraneo e oltremare, dove sono venute improvvisamente a mancare le forniture, altrettanto significative, di Kiev che prima della guerra trasferiva all’estero un quantitativo annuo di quasi 20 milioni di tonnellate. Le difficoltà logistiche e operative e le perdite dovute all’inattività di alcuni centri di stoccaggio hanno di fatto dimezzato, da inizio campagna, le esportazioni di frumento ucraine, rendendo più complessi soprattutto gli approvvigionamenti da parte dei paesi africani e mediorientali.

In questo contesto, che ha dato un forte impulso ai listini sui mercati internazionali, gli analisti riservano una particolare attenzione al ruolo di Mosca che, insieme all’Unione europea (i Ventisette quest’anno sarebbero nelle condizioni di esportare 36 milioni di tonnellate di frumento), figura tra i fornitori in grado quest’anno di compensare le situazioni di deficit produttivo dovute a una prolungata siccità in alcune aree del globo (Argentina in particolare).

Recentemente la Russia ha avuto la meglio sui suoi diretti competitor, aggiudicandosi le aste per le forniture ai paesi nordafricani (Egitto e Tunisia in primis) e alla Turchia, per lo più a discapito della Francia, che ha comunque intensificato l’attività di esportazione. Gli attuali assetti tra valute, con il rublo indebolito nel rapporto di cambio con il dollaro Usa, favoriscono Mosca sul piano competitivo, anche se le sanzioni occidentali stanno progressivamente ostacolando i pagamenti e le intermediazioni finanziarie, nonché i rapporti con le compagnie assicurative e con lo shipping.

Sulle nuove semine, come accennato, si prefigura in Europa un bilancio complessivamente migliore rispetto alla scorsa campagna. A diffondere le prime stime è stato il Coceral, l’organismo europeo di rappresentanza dei buyer e degli operatori del trade, valutando con un investimento nei Ventisette di 24,6 milioni di ettari, una crescita delle superfici a frumento dell’1,6%. I dati di dettaglio restituiscono una dinamica divergente tra il frumento tenero, che coinvolge un’area di 22,2 milioni di ettari, in crescita di circa il 2%, e il grano duro che con 2,3 milioni di ettari vedrebbe scendere le superfici di un punto percentuale nell’Ue.

In Italia le semine a frumento duro avrebbero riguardato quest’anno un’estensione di 1,3 milioni di ettari, in calo dell’1,1%, mentre il frumento tenero, coltivato su 580mila ettari, avrebbe guadagnato il 9,4% rispetto alla scorsa stagione.

Si ricorda che, data la carenza d’offerta per le conseguenze del conflitto in Ucraina, la Commissione europea, allo scopo di aumentare le produzioni cerealicole, ha concesso una deroga per tutto il 2023 all’obbligo di rotazione annuale dei seminativi prevista dalla Pac (Politica agricola comune) 2023-2027, dando la possibilità agli agricoltori europei di coltivare i terreni a riposo. Una misura, per lo più incentrata sui frumenti, che rende produttivo il 4% delle superfici a set-aside delle aziende con oltre 10 ettari di Sau (superficie agricola utilizzata).

Si calcola che con la sospensione di quest’obbligo verranno recuperati almeno tre milioni di ettari nelle campagne dell’Unione Europea, di cui circa 200mila in Italia. Le previsioni formulate dal Coceral, che considerano però anche gli esiti delle scelte incrociate di investimento con colture alternative, limitano la crescita delle superfici a frumento a circa 400mila ettari a livello Ue e a 35mila nel caso specifico dell’Italia.

Le stime considerano anche un incremento dell’1,2% delle semine in Francia, primo produttore europeo di frumento, e del 3,5% in Germania, con una crescita generalizzata degli investimenti anche tra i maggiori produttori dell’Est Europa, ad eccezione della Polonia.

In previsione di rese mediamente migliori rispetto allo scorso anno, il Coceral prevede nell’Ue aumenti dei raccolti del 2,7% per il frumento tenero e di oltre il 6% per il grano duro, con volumi rispettivamente di 128,9 milioni di tonnellate e di 7,6 milioni. In Italia la produzione di frumento duro potrebbe spingersi a luglio prossimo attorno ai 4 milioni di tonnellate, mettendo a segno una crescita dell’8%. In condizioni di resa normali dovrebbe sfiorare la soglia dei 3 milioni di tonnellate il raccolto nazionale di frumento tenero, con un aumento di quasi il 12% anno su anno, che prelude, pur senza grandi ambizioni, a una minore dipendenza dai grani di importazione.