Pastificio Agricolo Dedda: dal grano alla pasta, tutto a “Cavallo”
8 Maggio 2020“Mi chiamo Unick, sono un cavallo da tiro Francese. La mia taglia è imponente e sono un grande lavoratore. Ho ricambiato il mio grande amico Pasquale con la dolcezza che mi contraddistingue e con il tanto lavoro nei campi. A me piace…piace tantissimo. Pasquale mi ha salvato e mi ha donato una nuova vita, facendomi sentire importante con il lavoro che svolgo. Questa maledetta pandemia del Coronavirus, ci sta dando una grande opportunità di riscatto. Devo a Pasquale il mio grande riscatto e una vita serena con una nuova famiglia. Grazie Pasquale”
In queste due righe abbiamo raccolto la sfida di questa grande e immensa famiglia, con un Pasquale Dedda tanto determinato da ritenerlo “FOLLE”.
Tanto folle non tanto, perchè ha saputo realizzare, nella sua Azienda Agricola, una filiera chiusa, dalla coltivazione del grano nei campi, alla produzione e vendita di pasta secca. Tutto ovviamente a “Cavallo”.
Sembra un controsenso, ma in realtà è proprio quel che accade nel bel mezzo del Tavoliere delle Puglie, il granaio d’Italia. Unick e Pasquale lavorano su un appezzamento di terreno coltivato a grano ‘nobile’ e antico, il Senatore Cappelli e il Saragolla. Si tratta di una varietà dalle stupefacenti proprietà organolettiche e dall’innata leggerezza, a basso contenuto di glutine. Un grano di nicchia molto efficace per le piccole intolleranze, coltivato a “super chilometro zero”, con un impatto ambientale bassissimo.
Pastificio agricolo a km “0”
Senza macchine agricole e dunque senza carburante, ma con soltanto un bel po’ di fieno per Unick, Pasquale garantisce un inquinamento pari a zero. Ma c’è di più: senza la pressione delle macchine agricole, il terreno è meno compatto, respira meglio e rende di più.
Il Pastificio Dedda produce farina e semola, anche loro protagoniste di un ulteriore ritorno al passato: “Utilizziamo un mulino artigianale realizzato in legno e una macina a pietra vulcanica dell’Etna che provoca una bassissima corrosione, di conseguenza non rilascia detriti o impurità nella farina – dice Pasquale – e la differenza si vede e si gusta.
“Per la produzione della Pasta Dedda, abbiamo scelto la Pama Parsi Macchine di Roma, azienda storica nella progettazione e costruzione di macchine ed impianti per Pastifici. Ho partecipato ad un Seminario sulla produzione di Pasta Secca per le Aziende Agricole, nella loro Sede. Ne sono rimasto colpito. Sin da subito si sono dimostrati Azienda capace, dinamica, competente. Oltre la semplice fornitura, mi hanno messo a disposizione un tecnico Pastaio, che in piena emergenza Coronavis e con pazienti sessioni via Skype giornaliere, ha saputo trasmettermi sicurezza, tranquillità e tutte le nozioni per iniziare a produrre pasta secca senza difficoltà.
Pasta Dedda, il valore del territorio
Chi prova la nostra pasta non l’abbandona, perché non è vero che il consumatore dei nostri tempi sia solo alla ricerca del basso costo a discapito della qualità. I nostri clienti sono molto attenti alla salute, al palato, a questo ritorno alle tradizioni che neanche il virus riesce a fermare. Partire in piena emergenza sanitaria – conclude Pasquale -sembra un piano avventato, ma il successo che stiamo riscuotendo con la Pasta Dedda e con la riscoperta dei valori della natura ci ripaga di tutto”.
“Proprio adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo distante da oggi, diventerete gradualmente il vecchio che deve essere eliminato. Mi dispiace essere così drammatico, ma questa è la verità. Il vostro tempo è limitato, quindi non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciatevi intrappolare dai dogmi – che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altri. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui lasci affogare la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore ed il vostro intuito. Loro sanno già quello che voi volete veramente diventare. Tutto il resto è secondario. Ed ora, per voi che state per laurearvi, lo auguro a voi. Siate affamati. Siate folli”. Steve Jobs, Stanford, nel 2005