Penne al punteruolo del grano

22 Febbraio 2012 Off Di Pastaria

Un caso giuridico realmente accaduto – un produttore di pasta accusato di aver commercializzato una confezione di pasta secca infestata da insetti – aiuta a comprendere il ruolo del consulente tecnico nel processo penale.

di Lino Vicini

Come è noto il processo penale può vedere contrapposte alcune parti, due non possono mai mancare: il pubblico ministero, magistrato inquirente che rappresenta la pubblica accusa, e il difensore che tutela l’imputato.  Il giudice, infine si trova in una posizione equidistante dalle parti sopra indicate, al fine di garantire terzietà ed imparzialità nella valutazione dei fatti. Quest’ultimo infatti deve giudicare, senza alcun preconcetto, la responsabilità del soggetto che viene portato davanti a lui sulla base dell’ipotesi accusatoria del pm.
Il giudice deve quindi decidere sulla base delle prove addotte da accusa e difesa.
La scelta operata dal giudice tra le diverse ricostruzioni del fatto storico viene stimolata dalla dialettica che si svolge tra soggetti spinti da interessi contrapposti.
Lo scontro tra le tesi sostenute da ciascuna parte è una tecnica che consente di valutare la fondatezza degli argomenti che la sorreggono e rappresenta il metodo meno imperfetto per avvicinarsi alla verità.
Tutte le parti processuali sono essenzialmente esperte di diritto, perché laureate in giurisprudenza, ma spesso può succedere che il processo debba affrontare aspetti scientifici o tecnici e quindi la sola preparazione nel campo giuridico non è sufficiente a dirimere le questioni e pervenire ad una valutazione corretta del caso.
Per tale ragione il legislatore ha previsto che i professionisti del processo possano fare ricorso alle conoscenze di terze persone, per lumeggiare gli aspetti tecnici non chiari o che esorbitano dal sapere comune.
Il giudice penale pertanto, quando occorre svolgere indagini o acquisire dati e valutazioni che richiedono specifiche competenze tecniche, scientifiche o artistiche, dispone perizia (art. 220 c.p.p.).
Anche le altri parti del processo (pubblico ministero, difesa, parte civile, responsabile civile) possono richiedere al giudice di effettuare perizia sul tema di prova che interessa loro, oppure in alternativa possono richiedere l’ingresso nel procedimento di una consulenza tecnica di parte attraverso l’esame orale dei consulenti.
In questo caso, quando nessuna perizia è stata ancora disposta, il consulente tecnico di parte può gestire in prima persona l’accertamento tecnico, predisponendo propri pareri anche a mezzo di apposite memorie scritte (art. 223 c.p.p.) che potranno essere prodotte al tribunale al termine dell’esame.
Secondo un’autorevole impostazione la tipologia peritale può essere ricondotta essenzialmente a tre modelli: rilevazione di fatti con l’utilizzo di tecniche operative specialistiche (ad esempio analisi chimiche o microbiologiche); esposizione di massime di esperienza, con eventuale elaborazione di teoremi su premesse ipotetiche, anziché empiricamente verificate; combinazione della rilevazione dei dati alle massime di esperienza, al fine di formulare conclusioni induttive.
È evidente che nel campo del diritto degli alimenti, quale che sia il modello utilizzato, il ricorso a consulenti tecnici è assolutamente indispensabile per comprendere molti aspetti della produzione, conservazione e degradazione dei prodotti, che presuppongo necessariamente la conoscenza di specifiche nozioni di chimica, microbiologia e tecnologia alimentare.

Penne con punteruolo del grano
La vicenda che ci accingiamo a commentare ha visto coinvolto un noto produttore di pasta imputato per aver commercializzato una confezione integra di “penne” infestate da insetti. [hidepost]
Nel mese di gennaio 2006 i carabinieri del Nas avevano ricevuto la denuncia da parte di un consumatore, il quale contestualmente aveva consegnato una confezione chiusa.
Il prodotto presentava un termine minimo di conservazione non ancora decorso, indicato nel mese di aprile dell’anno successivo.
L’alimento veniva quindi inviato per le analisi di rito al laboratorio Arpa competente per territorio.
Quest’ultimo riscontrava la presenza nella pasta di insetti adulti di Sitophilus granarius (punteruolo del grano). […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati subito per non perdere il prossimo numero [/hidepost]