Formazione, la conoscenza prima di ogni altra cosa
9 Novembre 2010La preparazione è fondamentale, soprattutto oggi che I nuovi mercati propongono sempre maggiori sfide. Ma tutti fanno formazione? E come? Come è organizzato in questo senso il mondo della pasta?
di Maria Antonietta Dessì
Acquisire sempre nuove competenze è oggi fondamentale nella gestione d’impresa. La formazione – anche quella continua – è indispensabile per operare adeguatamente. Un’azienda è forte solo se il suo capitale umano è valido e preparato. Ogni impresa, dunque ha bisogno di risorse umane qualificate sotto tutti gli aspetti, e per far questo è indispensabile che abbiano capacità e preparazione di base, ma anche che siano formate specificamente in loco, per il ruolo che gli viene assegnato.
Soprattutto nel settore alimentare, dove la normativa igienico-sanitaria è sempre più stringente e cambia con un ritmo inarrestabile, la formazione diventa obbligatoria. Talvolta per legge, talvolta perché lo impongono le circostanze. Ma un’impresa che opera nel settore alimentare non è solo produzione. Ci sono innumerevoli altre cose che necessitano di competenze pratiche e teoriche specifiche. Dagli aspetti legati al commerciale (tecniche di vendita, dimestichezza con le lingue straniere, capacità di relazioni che vanno sempre affinate) a ciò che concerne adempimenti fiscali e amministrativi, per finire con la sicurezza sul lavoro, l’ambiente e tanto altro ancora, chi lavora in un pastificio non può che tenersi costantemente aggiornato. E infatti i corsi di formazione oggi sono di ogni tipo. Dalla comunicazione, al problem solving strategico, dalle tecniche di comunicazione persuasoria al miglioramento della capacità decisionale o di rafforzamento degli skills relazionali. [hidepost]
L’investimento sul capitale umano è tra i più importanti all’interno dell’impresa, ma è anche quello che viene più frequentemente sottovalutato a vantaggio di altri che si reputano più rilevanti. Anche la formazione dei manager (e dei titolari d’impresa) è importante, seppur molto spesso questi ultimi siano convinti, in ragione del ruolo che rivestono, di poterne fare a meno. Niente di più sbagliato. Ma siccome è spesso necessario razionalizzare le risorse, è anche importante, dovendo fare delle scelte, decidere su chi investire. Specifiche fasce di collaboratori, manager, personale a tempo indeterminato oppure no. I lavoratori che non sono motivati o che non intendono restare in azienda, per esempio, possono essere un grosso dilemma a tal proposito.
L’errore grave che spesso si commette è quello di non adottare alcuna politica in tal senso e di non dare alcuna importanza alla formazione. Né a quella dei manager, né a quella dei collaboratori. La convinzione che la pratica quotidiana sia sufficiente per far acquisire agli addetti di un’impresa tutte le competenze necessarie per svolgere al meglio le mansioni assegnate è da sfatare. Peggio ancora: ci sono molti imprenditori che dell’importanza della formazione aziendale si riempiono la bocca per poi dimostrare, nella realtà dei fatti, che a questa non dedicano tempo né denaro […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati per non perdere i prossimi numeri [/hidepost]