Il pastaio di Brescia
15 Febbraio 2010La redazione
Nei corridoi della commissione europea si direbbe che questa è semplicemente una piccola impresa. Ma noi, esulando le definizioni comunitarie, diremo molto più realisticamente che si tratta invece una grande azienda. Lo è per le dimensioni, per l’organizzazione interna e per i mercati in cui opera. Lo è anche per molti altri elementi che ad un occhio esperto, fanno distinguere un’impresa sana e dinamica, da tutte le altre.
Eppure Il Pastaio di Brescia non vanta una storia antichissima, come talvolta accade per i pastifici italiani. Nasce nel 1983 a pochi chilometri dalla Franciacorta, ad opera di due imprenditori, Pasquale Maestri e Angelo Zampedri, che tuttora dirigono l’azienda, assieme ai rispettivi figli. L’esperienza nel mondo della produzione alimentare è iniziata 26 anni fa, dapprima con la produzione di pasta fresca sfusa e poi con la preparazione e il confezionamento di soli gnocchi di patate, ma nelle varianti più disparate. [hidepost]
Oggi Il Pastaio di Brescia è una società a responsabilità limitata con oltre 50 dipendenti, due stabilimenti di circa 8.000 mq di superficie produttiva totale e un mercato di riferimento che spazia dall’Italia al resto del continente, compresi i Paesi dell’Est europeo, per giungere fin negli Stati Uniti. L’operato dei soci – ad ognuno dei quali è attribuito un ruolo specifico all’interno dell’azienda – con il supporto del personale dipendente, ha consentito in questi decenni una crescita senza sosta. Dalla sua fondazione, il volume d’affari dell’azienda non conosce battute d’arresto, e nell’anno che si va chiudendo, raggiungerà i 15 milioni di euro. Un ulteriore incremento, rispetto allo scorso esercizio, anche a dispetto della crisi internazionale.
C’è da chiedersi dove sia il segreto di un tale successo […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]