Ok, il prezzo è giusto?
6 Marzo 2011In un mercato competitivo e complesso come quello della pasta alimentare fissare il giusto prezzo per i propri prodotti è di importanza fondamentale.
di Marino Rossi
Nel quadro dell’azione complessiva di marketing il prezzo è il mezzo che permette concretamente al produttore di pasta di raggiungere i fini predefiniti, supportando l’insieme delle politiche di vendita.
La politica di prezzo persegue alcuni obiettivi principali: certamente la redditività, e sul fronte commerciale un certo posizionamento e la relativa penetrazione del mercato; il tutto declinato nel breve, medio e lungo periodo.
La funzione marketing dell’azienda deve occuparsi di studiare la tematica dei prezzi del singolo prodotto (focus su mercato, consumatori, concorrenza), proporre i livelli di prezzo lungo la catena distributiva, verificare la competitività del prezzo e quindi assicurare una adeguata redditività.
è quindi chiaro il ruolo strategico della politica di prezzo, di concerto con gli altri strumenti di marketing.
Naturalmente la determinazione del prezzo subisce condizionamenti esterni e interni all’azienda, che vanno quindi opportunamente indagati: vediamo in merito i principali fattori.
Quadro economico generale: fissare il prezzo di una confezione di pasta deve tenere conto della situazione congiunturale: in periodi di crisi economica e domanda stagnante l’azienda dovrà attestare i listini su livelli meno elevati.
Quadro normativo: qualsiasi politica di prezzo deve rispettare leggi e regolamenti (nazionali, Ue, ecc.) che disciplinano la materia. [hidepost]
Mercato e concorrenza: i prezzi vigenti nei segmenti in cui l’azienda opera delimitano decisamente le sue decisioni. Esistono tre possibilità: fissare un prezzo in linea col mercato, che è la via più seguita; attuare un prezzo inferiore, oppure infine attestarsi a un prezzo alto.
La politica di prezzi bassi deve evitare di posizionare il prodotto, nella percezione del consumatore, a un livello qualitativo inferiore; occorre quindi esplicitare chiaramente le sue motivazioni (lancio del prodotto, filiera corta, bassi costi di pubblicità, ecc.) attribuendole a scelte commerciali, per superare la diffidenza del compratore. Il prezzo superiore può essere invece accompagnato solo da motivazioni di qualità del prodotto finale e dei singoli ingredienti (e dalla loro provenienza, p. es. grano italiano, prosciutto di Parma, ecc.), di un migliore processo produttivo (essiccazione lenta, trafila in bronzo/oro, ecc.), nonché da elementi etici e simbolici (pasta prodotta in territori sequestrati alla criminalità, formaggio che sostiene il progetto cooperativo X, ecc.) […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati subito per non perdere i prossimi numeri [/hidepost]