World pasta day
12 Dicembre 2008Il World pasta day, la giornata mondiale della pasta, celebrata come ogni anno il 25 ottobre, ha rappresentato l’occasione per l’industria pastaria italiana per fare un bilancio del settore, che presentiamo in queste pagine, sulla base dei dati forniti dall’UNIPI, l’Unione industriali pastai italiani, nel corso dell’evento.
La redazione
L’industria pastaria resiste alla crisi. E anche i consumi, nonostante gli effetti della recessione, destinati a perdurare nei prossimi dodici mesi, stanno tenendo caparbiamente il passo, confermando, nei più recenti sviluppi congiunturali, la dinamica espansiva di medio termine.
A fare il punto sulla situazione è l’Unipi, l’Unione industriali pastai italiani, che in occasione del World pasta day, la giornata mondiale dedicata alla pasta, tenutasi a Istanbul il 25 ottobre scorso su iniziativa dell’Ipo, l’International pasta organization, ha tratteggiato un bilancio complessivamente positivo per il settore, seppure con qualche ombra legata alle incertezze del quadro macro globale.
L’industria italiana della pastificazione – ha spiegato l’organizzazione dei produttori industriali – grazie soprattutto alla buona performance sui mercati esteri, che assorbono ormai il 53% della produzione nazionale, ha mostrato ancora una volta un’ottima capacità di risposta ad una congiuntura sfavorevole.
Dopo un 2007 con il freno tirato – rileva ancora l’Unipi – il settore ha ripreso vigore nel corso del 2008 stimolato da un rilancio dei consumi interni e da un export ancora sostenuto, che ha permesso, nel primo semestre, di trasferire oltre frontiera più di 832mila tonnellate di pasta made in Italy – in base ai dati dell’Unipi – generando un giro d’affari record di quasi 975 milioni di euro.
Sul settore gravano, comunque, diversi fattori di rischio. L’aumento dei prezzi, conseguente alla fiammata dei listini sui mercati delle materie prime cerealicole, non ha di certo agevolato le vendite, che scontano tra l’altro gli effetti dei cambiamenti in atto nelle abitudini di consumo alimentare. Un fattore, quest’ultimo, che sta pesando in modo particolare da alcuni anni sul comparto più tradizionale, rappresentato dalle paste di semola secche, che in questi ultimi mesi sta comunque manifestando un andamento più tonico. [hidepost]
Se il 2007, in ogni caso, ha lasciato il segno meno sui consumi di pasta in generale, altrettanto non può dirsi per il 2008 che, al contrario, ha ripianato in otto mesi le perdite dell’anno scorso con un rimbalzo secco del 2% delle vendite a volume […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]