Grandi nomi e tanta partecipazione al Pastaria Festival 2018
5 Ottobre 2018La comunità della filiera del comparto produttivo nazionale di pasta alimentare si è riunita a Parma per la seconda edizione del Pastaria Festival, la giornata gratuita di convegni, workshop, presentazioni e laboratori sull’attività di produzione di pasta alimentare.
E’ stata una giornata di studio, di confronto, di networking e di aggiornamento professionale. Non solo: è stata anche grande “riunione di famiglia”, se è vero, come ha detto Justo Bonetto di Appf (Associazione produttori pasta fresca), che i partecipanti erano «tutti figli della stessa mamma».
Il Pastaria Festival, quest’anno alla sua seconda edizione, ha riunito infatti in un solo luogo a Parma, lo scorso 20 settembre, i rappresentanti di tutta la filiera del comparto produttivo nazionale di pasta alimentare, dando voce e spazio ai produttori di pasta secca, fresca, gnocchi e piatti pronti, alle associazioni di categoria, alle aziende fornitrici di macchine e impianti, ingredienti e servizi e anche al mondo scientifico. E sono proprio “unione”, “collaborazione”e “condivisione” le parole chiave che sono emerse dall’evento che ha visto la partecipazione di oltre 330 operatori del settore.
Il festival
Convegni, workshop, presentazioni, dibattiti, esposizioni. Al Pastaria Festival di quest’anno il programma è stato ricco di appuntamenti: 30, dal mattino al pomeriggio, in sessioni parallele rivolti a diverse figure professionali all’interno dei pastifici. Incontri gratuiti, coerentemente con il modo di fare editoria specializzata della nostra casa editrice che, ha detto in apertura lavori il direttore ed editore di Pastaria Lorenzo Pini, «fa dell’informazione libera e gratuita un proprio tratto distintivo rendendoci un caso raro nel panorama italiano».
Il Festival porta il nome della rivista, che lo ha organizzato in partnership con Ipack-Ima e Tuttofood e in collaborazione con Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane), Appafre (Associazione produttori pasta fresca della piccola impresa e dell’artigianato), Appf (Associazione produttori pasta fresca), Ipo (International Pasta Organization), Ordine dei tecnologi alimentari del Veneto e del Trentino Alto Adige (Otav) e del Piemonte e Valle d’Aosta (Otap) con il patrocinio di DeFens (Università di Milano) e del Gruppo scientifico italiano di confezionamento alimentare (Gsica), con il sostegno di diversi sponsor.
Le novità
Rispetto alla scorsa edizione, il festival ha visto l’istituzione di un “comitato guida” composto da docenti universitari e da figure di spicco di importanti pastifici, oltre al lancio di “Pasta Experience”, un progetto di Pastaria di degustazioni internazionali per valorizzare la pasta nel mondo. Il festival ha inoltre dato il via ai lavori del tavolo tecnico sulla pasta che porteranno allo sviluppo di progetti ad hoc che culmineranno nell’edizione 2019 di TuttoFood, a cui Pastaria parteciperà come media partner.
L’esposizione di macchine formatrici per la produzione di pasta e la sessione di Problem solving in cui i tecnologi alimentari hanno affrontato alcuni dei problemi più comuni nei pastifici hanno rappresentato altre novità del Pastaria Festival 2018 particolarmente apprezzate dai partecipanti.
Filiera unita, sguardo ai mercati esteri
«Raccogliere tutta la filiera è un’opportunità straordinaria». Ne è convinto Guido Barilla, presidente della multinazionale di Parma, che sulla necessità di confronto e riflessione collettiva ha incentrato il suo intervento in apertura dei lavori del festival. Trovarsi «annualmente sotto il marchio Pastaria», ha detto Barilla, rappresenta un’occasione per riflettere sulle opportunità del settore e per individuare una guida per il futuro. «Noi italiani abbiamo le competenze, le conoscenze, la storia e prodotti di qualità per innovare e arrivare sui mercati esteri», ha continuato. In particolare, il presidente della multinazionale di Parma si è soffermato sulla percezione della pasta all’estero. In molti Paesi, ha spiegato, la consapevolezza della qualità del prodotto è scarsa e questa considerazione rappresenta una bella opportunità di sviluppo con importanti margini di manovra.
Mercati esteri, dunque, ma anche consolidamento del mercato interno. «Tutto deve comunque partire dal mercato italiano – ha detto il presidente del gruppo – ed è per questo che dobbiamo riflettere insieme sulle mosse importanti da fare per stabilizzare la situazione e fronteggiare la riduzione dei volumi che in Italia calano in modo lieve ma continuo. Non saranno certo i consumi interni quelli che ci porteranno nuove opportunità, ma partire dal nostro Paese è necessario».
Che tutto il comparto risulti unito nell’affrontare le sfide del futuro è dunque indispensabile per Guido Barilla, perché «molto dipende da noi e dalla nostra capacità di innovare». Qualità, questa, richiesta anche nell’affrontare il tema comunicazione. «Io sono certo che le informazioni distorte cui il pubblico è stato oggetto, a causa della percezione sbagliata dei carboidrati negli ultimi venti anni, cambieranno – ha sottolineato Barilla – e la pasta avrà nei prossimi decenni un futuro molto più solido e di migliore percezione da parte dei consumatori. Oggi la categoria sta cominciando ad avere un livello di innovazione interessante e può rappresentare un valore aggiunto anche per i nostri clienti».
Le sfide comunicative
«Dobbiamo comunicare la qualità dei nostri prodotti in maniera più intelligente, più moderna, avendo il coraggio di abbandonare i tecnicismi che riteniamo essere dimostrazioni di competenza e che invece possono essere male interpretati». E’ il pensiero di Riccardo Felicetti, presidente del gruppo pasta di Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane) che guardando al futuro del settore si auspica una maggiore «genuinità e onestà» della comunicazione, continuando a ripetere il «valore» della filiera. «Dobbiamo avere una struttura solida alle spalle, e la solidità arriva solo quando una filiera sa lavorare insieme», ha detto in apertura dei lavori del festival. La capacità di lavorare uniti, di fare networking, anche per Felicetti – come per Barilla – è un tema fondamentale. «La grande concorrenzialità del mercato soprattutto estero sta dimostrando che forse abbiamo perso qualcosa nella nostra capacità di innovazione, di costruire interesse e comunicare qualità – ha sottolineato il presidente Aidepi –. Questi sono spunti che devono farci lavorare con un obiettivo che sia veramente comune».
Aidepi, nell’ambito del Pastaria Festival ha presentato due workshop, il primo dei quali sul progetto PEF (Product Environmental Footprint), una “metodica di calcolo certificata dall’Unione europea per la determinazione dell’impatto ambientale della pasta”. «Avere questo sigillo può essere determinante per creare quella competenza e quell’autorevolezza che forse abbiamo perso e che forse è stata lo stimolo per tutte le notizie poco edificanti che ci sono state negli ultimi anni sul nostro prodotto», ha commentato Felicetti. Il secondo workshop è stato incentrato sull’export (“La pasta italiana nel mondo- Come sta cambiando il nostro modo di esportare”), offrendo una panoramica sulla documentazione e sulle problematiche che ci possono essere nell’esportare in prodotti in Europa e fuori dall’Unione Europea.
Difesa della qualità e del made in Italy
Non solo informazione, ma anche difesa. Justo Bonetto, segretario generale di Appf (Associazione produttori pasta fresca), nell’apertura del Festival ha parlato di una «persecuzione in atto nei confronti della pasta e dei carboidrati» che necessita di una difesa «tanto più forte quanto più la coralità del mondo della pasta interverrà unita». Ed è sempre la collaborazione, la bandiera che Bonetto alza guardando al futuro. Perché, come ha detto citando il suo presidente Giovanni Rana, impossibilitato a raggiungere Parma per ragioni personali, «siamo tutti figli della stessa mamma». Parlando della pasta fresca, Bonetto ha spiegato che il settore guarda sempre più all’estero, all’Europa ma anche agli Stati Uniti. «Non vogliamo essere presuntuosi, ma i mercati ci danno ragione. Il nostro mercato interno cresce, il mercato europeo cresce di più ogni anno, e ora c’è anche questa prospettiva americana», ha spiegato.
Di «condivisione» ha parlato Fabio Fontaneto, presidente di Appafre (Associazione dei produttori di pasta fresca della piccola e media impresa e dell’artigianato), sempre in apertura lavori.
Importante, per Fontaneto, è condividere le informazioni e le azioni comuni finalizzate a soddisfare scopi e obiettivi di ciascun imprenditore. «Per questo Appafre ha intrapreso con grande entusiasmo un percorso di collaborazione con le altre associazioni mirato a creare una vera e propria rete a sostegno per le aziende», ha detto. «Solo insieme possiamo raggiungere i nostri obiettivi per essere sempre più forti e contare sempre di più – ha continuato il presidente -. Il mercato non è proprio favorevole ma è enorme e noi dobbiamo dimostrare di poter offrire di più e meglio. L’Italia ha un patrimonio di migliaia di aziende che producono pasta, di prodotti di alta qualità, sintesi della miglior tradizione in continua innovazione. Siamo apprezzati in tutto il mondo, siamo i numeri uno nella pasta ma non sufficientemente valorizzati e tutelati nel campo nazionale e internazionale. Da qui bisogna ripartire; ci sono tante cose che possiamo fare per i nostri associati e per le molte imprese che potrebbero aver bisogno delle nostre associazioni. E’ necessario e fondamentale proteggere e diffondere i marchi e la qualità dei prodotti italiani e informare i consumatori sul made in Italy valorizzandolo, raccontando le storie delle imprese italiane per aiutarle a vendere meglio in Italia e in particolare nel mondo. Pasta Italia caput mundi, perché no?».
Nell’ambito del Pastaria Festival Appafre ha organizzato un convegno sul tema “Tipicità e territorio come strumento di valorizzazione delle pmi della pasta fresca”. “Pasta fresca e gnocchi: scenari ed opportunità per le produzioni italiane” è stato invece il titolo del workshop di APPF al Pastaria Festival 2018.
Il potere della pasta
Pastaria Festival è stato un festival della pasta in tutte le sue forme, anche quella della solidarietà. All’evento, infatti, ha partecipato anche lo chef Bruno Serato, noto ristoratore e ideatore del progetto “Caterina” che offre piatti di pasta ai bambini in condizioni di indigenza e che oggi sfama circa 4mila persone al giorno in 77 location del Sud California. Al festival, Serato ha presentato il suo libro “The power of pasta”, volume già edito negli Stati Uniti l’anno scorso e ora tradotto nella sua versione italiana. «La pasta è un prodotto che fa molto bene in tanti sensi, e non solo dal punto di vista nutrizionale – ha detto lo chef – .Questo libro lo dedico quindi alla famiglia Barilla, che mi ha offerto un camion di pasta per il progetto Caterina, e a tutti i pastai nel mondo, perché grazie alla pasta possiamo aiutare molte persone».
Gli atti del Pastaria Festival 2018 saranno pubblicati sulle diverse uscite di Pastaria