Osservatorio prezzi 1/2014
10 Febbraio 2014La rubrica quadrimestrale di Pastaria sui prezzi delle principali materie prime impiegate dai pastifici.
a cura del Centro studi economici Pastaria
I mercati internazionali delle commodity alimentari mantengono nella dinamica generale un profilo ribassista, seppure con andamenti differenziati in funzione delle piazze e dei prodotti considerati. Gli elementi fondamentali suggeriscono un’ulteriore probabile correzione al ribasso dei listini soprattutto nel comparto dei cereali, con possibili ricadute anche sui prodotti trasformati (farine e semole). In Italia le ultime rilevazioni hanno indicato, a fine anno, un’evoluzione positiva dei prezzi unicamente nel dato congiunturale (da un mese all’altro). Un andamento che è apparso però in controtendenza con gli sviluppi riscontrati sulle piazze benchmark internazionali. Dinamiche che avrebbero in qualche modo riflesso, in questo minirimbalzo, l’effetto sui mercati interni di momentanee situazione di carenza d’offerta, seppure a fronte di una domanda stagnante, con i valori che nel caso del frumento tenero mantengono comunque un differenziale negativo su base annua di oltre il 20% (-10% per farine e semole).
La previsione al momento è orientata a una stabilizzazione dei prezzi, anche se non si esclude una nuova svolta ribassista dei mercati nella prospettiva di una maggiore pressione dei grani di importazione ai porti di sbarco. Dopo un periodo di forti tensioni, intanto, i mercati dei lattiero-caseari sembrano aver raggiunto un punto di momentaneo equilibrio. Le quotazioni di latte e burro restano su livelli nettamente più elevati rispetto a un anno fa, ma il divario tendenziale, soprattutto per il burro, si è notevolmente ridotto rispetto ai mesi estivi. Si tratterà adesso di verificare quanto i mercati oceanici saranno in grado di influenzare nei mesi a venire i listini internazionali, considerando che i più recenti sviluppi della produzione di latte in Australia non appaiono incoraggianti a causa di problemi legati alle condizioni climatiche e alla produttività degli allevamenti.
Relativamente alle carni si segnala un proseguimento del trend negativo per i tagli suini, pressati da un’offerta che resta in eccesso rispetto alle capacità di assorbimento del mercato. Situazione inversa per le carni bovine, in un mercato comunque a corto di slanci, con poche novità anche sul circuito delle uova, vendute a sconto di oltre il 10% rispetto a un anno fa. è verosimile che l’insieme delle dinamiche considerate possa apportare ancora qualche beneficio agli utilizzatori (industriali e non) in termini di riduzione dei costi complessivi legati all’approvvigionamento delle materie prime alimentari, con possibili risparmi anche su oli e grassi…
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