Crisi economica, istruzioni per l’uso
28 Settembre 2009La crisi esiste realmente o è una psicosi collettiva generata dalla forte risonanza che i mass media danno ad un momento di difficoltà dei mercati finanziari internazionali? I pareri sono tanti. Come sono tante le “ricette” dei nostri imprenditori pastai per superare il momento critico.
di Maria Antonietta Dessì
Crisi economica, recessione, crollo dei mercati. Tutti ne parlano. I media non fanno che enfatizzare una situazione critica ed esasperare una situazione che non si sa se è solo percepita o anche reale. «Parlarne di continuo non serve ad altro che a creare un circolo vizioso in cui la paura collettiva genera un’ulteriore contrazione dei consumi» tuonano alcuni. è vero che sottolineare la presenza di una crisi senza precedenti non contribuisce a risolverla. Ma anche far finta che non ci sia, non porta grandi risultati. Quanto c’è di reale e quanto di percepito? I pareri sono discordanti. C’è chi sostiene che questa depressione dei mercati in realtà non esista, sia presente solo all’estero e in alcuni comparti o ambiti circoscritti. I numeri però parlano da soli e non lasciano troppo spazio a fraintendimenti.Siamo d’accordo sul fatto che stampa e televisione abbiano l’enorme potere di creare anche da fatti quasi ordinari, delle vere e proprie psicosi, che non hanno altro effetto che peggiorare lo status quo. Così come concordiamo in merito al dovere degli organi di comunicazione di riportare sobriamente le notizie senza enfatizzare aspetti negativi che hanno conseguenze nefaste sul comportamento delle persone. Tuttavia, dare il giusto peso alle cose e discutere di un tema che – piaccia o non piaccia – tocca tutti, è importante.
Il boom della cassa integrazione nei primi mesi del 2009 in Italia testimonia che, non solo le difficoltà esistono anche da noi, ma che questa crisi economica globale non è ancora passata e, anzi, potrebbe avere ripercussioni e strascichi, proprio laddove si pensa che il peggio sia superato. Raccogliendo i pareri dei produttori di pasta però notiamo una percezione della situazione nettamente differente da zona a zona e a seconda delle dimensioni e dell’organizzazione dell’impresa.[hidepost]
In generale quello che tutti avvertono è un calo degli ordini e una domanda schizofrenica, sebbene, come detto, questo accada in modo diverso a seconda del contesto analizzato. In tanti sostengono che di fronte alla crisi bisogna essere pragmatici. Solo se ciascuno fa il suo si può uscire da questa situazione e per questo è necessaria coesione sia tra imprenditori, che tra lavoratori e datori di lavoro. Insomma, pazienza è la parola d’ordine, perché di fronte alla recessione non contano più i ruoli. Siamo tutti nella stessa barca e ognuno di noi deve fare la sua parte.
La crisi economica in atto ha chiarito – ove ve ne fosse stato bisogno – che il ruolo dell’ente pubblico è determinante per evitare la degenerazione dei mercati e garantire l’equo e ordinato scorrere della vita sociale. È quindi necessaria, seppur arriverebbe tardivamente, una ancor maggiore responsabilizzazione della pubblica amministrazione in vista di una virtuosa convergenza fra l’operato delle agenzie pubbliche e le istanze dei cittadini e delle imprese.. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]