Il fisco nell’opinione dei pastai
30 Luglio 2009Il problema fiscale per le imprese, in Italia, non è solo questione di ammontare del dovuto. Sull’argomento, abbiamo sentito il parere di alcuni produttori di pasta.
di Maria Antonietta Dessì
Il tema della tassazione è da sempre uno dei più sentiti dal mondo delle imprese; un obbligo con cui si contribuisce fattivamente al mantenimento delle spese dello Stato, un dovere inderogabile di ogni cittadino.
Ogni democrazia degna di questo nome, ha il compito di ricercare e pretendere un livello di tassazione sopportabile ed equo. Questo a prescindere dal fatto che si tratti di cittadino o di impresa. Nel caso di quest’ultima perché l’economia funzioni a dovere, è importante che la pressione fiscale sia tale da non comprimere oltre misura le aziende, ma anzi che i fondi versati si tramutino in un secondo momento in risorse necessarie a farle crescere ancora più forti e stabili.
Fisco non è però solo esborso di denaro. È anche burocrazia, adempimenti, talvolta scarsa chiarezza e frammentazione delle norme, legislazione in continua evoluzione, scadenze improrogabili, registri, documenti, archivi, file agli sportelli, spese ingenti per pagare i professionisti della materia e tantissimo altro.Gli studi di settore, per esempio, sono una delle tante facce del nostro sistema fiscale. Negli ultimi anni hanno assunto un peso rilevantissimo. Oggi rappresentano l’istituto più noto e spesso anche il più impopolare.[hidepost]
Sarebbe demagogico e scontato sostenere che la pressione fiscale in Italia è troppo elevata, che condiziona l’economia del Paese in maniera negativa e che troppo spesso determina la chiusura di tante attività commerciali. Ma il discorso è molto più complesso.
In un contesto come il nostro, dove si contano più partite IVA che in Francia e Germania insieme, è fortemente avvertita la necessità di elaborare una sorta di patto fiscale tra Stato e contribuenti, animato da uno spirito di chiarezza, trasparenza ed equità dove non si discuta solo della quantità ma anche dei contenuti e delle modalità. Un compito certamente non facile, a cui tendere superando tutte quelle problematiche che portano gli imprenditori a vivere il confronto con l’amministrazione finanziaria secondo un metro considerato vessatorio.
è ancora troppo diffusa la convinzione che le imprese, anche in ragione della “vita difficile” che devono sopportare in termini fiscali, siano inclini a comportamenti poco virtuosi. Ma non è sempre così, anzi.
Il sistema fiscale dovrebbe essere trasparente e stabile nel tempo e premiare i più onesti che vogliono agire nel mercato con senso di responsabilità e con il nobile intento di costruire un paese migliore, sotto l’aspetto economico e sociale.
Ma la leva fiscale ha un potere ineguagliabile, come nessun altro strumento. Spesso è l’elemento di selezione degli stessi attori che compongono il mondo economico, ed è per questo che l’amministrazione pubblica deve adottare, nella sua attività, misura ed equilibrio.
Il parere di chi produce pasta è complesso. Non si limita ad una “mera valutazione dei costi”. Ma tiene conto di tanti altri elementi. La maturità degli imprenditori del settore permette di affrontare questi temi con equilibrio, sobrietà e senso del dovere, rifuggendo dal rappresentare posizioni populiste e ovvie, che vorrebbero il proprio mondo libero da regole e doveri. Mette inoltre in luce aspetti differenti sulle innumerevoli sfaccettature del nostro sistema fiscale […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]