Successo per il pastificio Giuseppe Afeltra a Tuttofood
7 Giugno 2011Il pastificio Giuseppe Afeltra ha partecipato all’ultima edizione di Tuttofood a Milano. Il presidente del gruppo, e erede della dinastia di pastai di Gragnano, Giuseppe Afeltra, ha incontrato il pubblico e gli operatori italiani e internazionali, per far conoscere la lunga storia dell’azienda che guida e la ricca gamma dei formati di pasta prodotti nella cittadina campana, conosciuta già nel 1550 come “la terra natale dei maccheroni”. Il pubblico ha mostrato molto interesse non soltanto per le eccellenti specialità del pastificio Giuseppe Afeltra, tra le quali spiccano maccheroni, spaghetti, mafalde e fusilli, tutte trafilate al bronzo, ma anche per l’affascinante storia della zona di origine della pasta e per il processo produttivo di questo simbolo dell’Italia e colonna portante della dieta mediterranea. A rendere Gragnano la capitale della pasta e inimitabili i numerosi formati prodotti in questa zona sono la posizione geografica e l’aria leggermente umida, fattori ideali e fondamentali per l’essicazione lenta e graduale. Non meno determinante è la presenza di numerosi corsi d’acqua, che hanno favorito lo sviluppo di una rete di 30 mulini, in grado di aumentare la produzione e oggi in parte visitabili. Alla fine del XVI secolo Gragnano era allora già famosa, ma non per i cosiddetti “maccaroni” quanto per la produzione dei tessuti. La produzione dei “maccaroni” prese davvero piede solo a partire dalla metà del XVII secolo. Intanto il settore dell’industria tessile entrava in crisi e chiuse definitivamente nel 1783 per una morìa dei bachi che mise fine alla produzione della seta. Da allora i gragnanesi si dedicarono alla “manifattura della pasta”. L’epoca d’oro della pasta di Gragnano è l’Ottocento. In questo secolo sorsero grandi pastifici a conduzione familiare lungo via Roma e piazza Trivione che diventarono così il centro di Gragnano. I pastifici infatti esponevano i maccheroni ad essiccare proprio in queste strade. La produzione dei “maccaroni” non rallentò dopo l’Unificazione, anzi. Dopo il 1861 i pastifici gragnanesi si aprirono ai mercati di città come Torino, Firenze e Milano. La produzione della pasta raggiunse quindi l’apice. In seguito nei pastifici, grazie all’avvento dell’energia elettrica, i moderni macchinari presero il posto dei antichi torchi azionati a mano e la produzione raggiunse una dimensione industriale, senza rinunciare tuttavia alla qualità delle materie prime e della pasta prodotta. Il Novecento fu però un secolo difficile per la città della pasta. Le due Guerre Mondiali fecero entrare in crisi la produzione della pasta gragnanese che nel Dopoguerra dovette affrontare la concorrenza dei grandi pastifici del Nord Italia, che disponevano di capitali maggiori. Il terremoto del 1980 aggravò la situazione e ridusse il numero di pastifici a sole 8 unità. Nonostante i tanti problemi, Gragnano ha superato le avversità e continua a essere la città della pasta. Oggi i pastifici puntano ad una produzione di qualità e propongono itinerari turistici alla scoperta del suo “oro”.
La natura è stata generosa con questo angolo di Campania, ma il primato di Gragnano nella produzione di pasta artigianale si deve in buona parte anche ai suoi pastai, che nel corso degli anni, grazie a una strategia imprenditoriale vincente, hanno trasformato una manifattura di dimensioni locali in un polo industriale conosciuto a livello internazionale. In questo contesto si inserisce il cammino imprenditoriale della famiglia Afeltra, iniziato alla fine dell’Ottocento grazie a Vincenzo Afeltra e portato avanti oggi con successo dal nipote Giuseppe Afeltra. Giuseppe, conosciuto come Geppino, continua a produrre pasta artigianale così come apprese da bambino osservando il nonno nel laboratorio di Gragnano, con sola acqua sorgiva di Gragnano e la migliore semola di grano duro locale. E, come il nonno, la vende in Italia e in tutto il mondo.