Terza assemblea annuale AIDEPI
11 Luglio 20133° Assemblea annuale dell’AIDEPI, Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta italiane, il Presidente Paolo Barilla: “Grazie all’export tiene la produzione dell’industria dolciaria e della pasta nel 2012”.
Presentazione Ricerca IRI /GFK “Il mercato alimentare nell’attuale contesto economico: riflessioni e opportunità di crescita”.
Comunicato stampa AIDEPI
“L’effetto “durata” della crisi pesa sempre di più e si somma ai numeri negativi degli anni precedenti” – questo il primo commento del Presidente Paolo Barilla nel corso della terza assemblea delle Aziende associate ad Aidepi.
L’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, AIDEPI, rappresenta e tutela le aziende italiane produttrici di pasta, confetteria, cioccolato e prodotti a base di cacao, biscotti e prodotti dolci da forno, gelati, dessert, pasticceria industriale e cereali da prima colazione. L’AIDEPI, 1° polo associativo dell’industria alimentare italiana, rappresenta un fatturato di oltre 18 miliardi di euro (14% del totale alimentare); 5 miliardi di euro, pari ad oltre il 20% del totale, sanciscono la leadership dell’export nazionale alimentare; 130 le società presenti in AIDEPI, con una rappresentatività di oltre l’80% dei mercati di riferimento.
Nonostante la generale caduta dei consumi, tuttavia, le Aziende italiane del dolce e della pasta hanno dimostrato la loro capacità di reagire, di trovare uno spazio in cui continuare ad innovare e ad ampliare la propria produzione.
Questo spazio è l’export, vero e proprio sbocco che continua, grazie soprattutto all’impegno e agli sforzi degli operatori nazionali, a dare soddisfazioni alle imprese italiane.
Lo dimostrano i dati: per il settore dolciario la produzione totale del 2012 si attesta su un valore di oltre 13 miliardi di euro (a volume 1.945.650 tonnellate), con una variazione rispetto al 2011 del + 2,7%, e le esportazioni hanno messo a segno un +11% a valore e un +6,2% in volume, superando i 3 miliardi di euro.
Anche per la pasta le esportazioni nel 2012 hanno avuto ottimi risultati: la produzione è stata di oltre 4.600 milioni di euro di valore (pari a 3.326.750 tonnellate), e sono state esportate 1.802.750 tonnellate di pasta con un incremento dell’ 1,8% sul 2011 per un valore di 1.940 milioni di euro, con un incremento del 6,8%.
Per quanto riguarda i paesi di maggior interesse, la pasta ha raggiunto ottime performance anche in Cina (+60,1%) e in Ucraina (+32,5%).
Il comparto dolciario, invece ha registrato grandi spunti espansivi in Brasile, Singapore, Russia, e si sono notati dei veri exploit in Turchia (+133,0%) e Algeria (+62,5%).
“Per aiutare le Aziende a ampliare i loro orizzonti di esportazione, l’Associazione ha varato numerose iniziative – commenta il Presidente Aidepi – attivando tra l’altro missioni specifiche, tramite la partnership con Fiera Milano, su alcuni mercati emergenti, quali la Cina, l’India e il Brasile, per dare sostegni mirati alle Aziende, utilizzando anche i propri loghi “Pasta Italia” e “Dolce Italia”, per qualificare al massimo le categorie dei nostri prodotti nazionali.
Nonostante l’impegno di Aidepi e gli sforzi da parte dell’ICE a sostenere queste nostre iniziative, – prosegue Paolo Barilla – si avverte tuttavia forte la mancanza di un sistema integrato, a livello di Paese, di promozione della produzione Italia che ci pone in svantaggio rispetto ai settori alimentari di altri Paesi concorrenti. “
Tra le varie produzioni del dolciario i migliori risultati nel 2012 li ha messi a segno il comparto del cioccolato: rispetto all’anno precedente ha raggiunto, per i prodotti finiti, un + 6% in valore, per un totale, sommato con il risultato dei semilavorati, di 4.835 milioni di euro.
Hanno tenuto anche le produzioni di prodotti da forno con un +2,2% complessivo, e dei gelati, con +1,7% sempre in valore, sul 2011; meno bene invece la confetteria, che ha perso circa 2 punti percentuali.
Il Presidente richiama poi l’attenzione sul delicato tema dell’etichettatura d’origine: “Le normative nazionali si sono rivelate intempestive rispetto alla definizione di quella comunitaria, apparendo poco sintonizzate con le caratteristiche di comparti come quelli rappresentati da Aidepi, che – va ricordato – non vendono solo prodotti, ma vendono uno “stile” prestigioso: lo stile Italia. Il concetto del Made in Italy si identifica nel “saper fare” dei nostri produttori e non nell’origine della materia prima. Sono infatti la ricetta, la tecnologia, la cultura della produzione di qualità che caratterizzano storicamente la nostra industria alimentare. Se così non fosse, qualunque produttore estero, utilizzando materia prima italiana, potrebbe legittimamente produrre e vantare un alimento Made in Italy. Prendiamo come esempio la pasta o un panettone, non è certo riferendosi all’origine dei grani che si valorizza il prodotto nazionale, quanto piuttosto promuovendo la ricetta italiana che è costituita da un insieme di fattori, tra cui la sapiente miscela delle migliori materie prime e la tecnologia produttiva adottata.”
Nel corso dell’Assemblea si è poi svolta, a cura del dr. Angelo Massaro, Amministratore Delegato di IRI e del Panel Services Director di GfK, dr. Roberto Borghini, una presentazione dal titolo “Il mercato alimentare nell’attuale contesto economico: riflessioni e opportunità di crescita”.
Commenta il dr. Massaro “Nei primi mesi del 2013 i consumi dei prodotti alimentari hanno dimostrato una flessione. Sembrano sfumate, almeno nel breve periodo, le attese per un’inversione di trend e l’industria di Marca rivela una maggior sofferenza soprattutto nelle zone del Sud: per un efficace rilancio potrebbero rivelarsi fruttuose delle politiche commerciali specifiche sul territorio. Si conferma la maggior propensione all’acquisto in promozione.
Secondo il dr. Borghini, “Il consumatore sta evolvendo verso modelli di consumo differenti, più responsabili e sostenibili, diventa più consapevole dell’enviroment che lo circonda e chiede maggior rispetto per l’ambiente sia in fase di comunicazione che in fase di sviluppo dei nuovi prodotti”.