Grande distribuzione, presente e futuro dei consumi di pasta
12 Novembre 2009L’andamento dei prezzi e dei consumi di pasta alla luce dei dati del Rapporto Coop 2009. Quale futuro per i consumi di pasta?
di Carlo Pisani
È ragionevole attendersi, almeno nei prossimi mesi, un ulteriore allentamento delle tensioni sul fronte dei prezzi al consumo, se non altro per quei prodotti soggetti l’anno scorso a forti rincari.
Questo, per lo meno, è l’orientamento degli analisti che emerge dal Rapporto Coop 2009 su distribuzione e consumi. Con gli esperti che anche in relazione al recente fenomeno del caro-pasta, che ha avuto peraltro pochi strascichi in questa prima metà del 2009, si mostrano concordi nel prospettare un raffreddamento dei prezzi almeno per il prosieguo dell’anno.
È un dato di fatto – afferma lo studio – che la pasta di semola di grano duro, ad esempio, abbia iniziato a recepire la caduta dei prezzi della materia prima, registrando nei primi sei mesi del 2009 una flessione di oltre 4 punti percentuali.
La variazione anno su anno si sta inoltre riportando, anche per le paste alimentari nel complesso, su valori più in linea con l’andamento generale dei prezzi. Scendendo – spiega il Rapporto – da tassi di quasi il 20% dello scorso gennaio a circa il 2% di giugno.
Il discorso cambia se l’attenzione si sposta sull’andamento dei consumi. Che tengono a volume, nonostante la crisi, per le paste tradizionali di semola, sia nei formati lunghi che corti, ma che segnano invece il passo per le altre tipologie, ad eccezione delle fresche.
A subire gli effetti della recessione, scontando il differenziale positivo di prezzo rispetto al prodotto base, sono in particolare le paste insaporite, ma anche le integrali, le ripiene e quelle all’uovo. Tipologie – afferma lo studio – che più di altre stanno accusando i contraccolpi di una politica promozionale piuttosto intensa e diffusa da parte della grande distribuzione organizzata, che ha privilegiato, negli ultimi dodici mesi, il segmento delle paste secche tradizionali.
Anche tra i piatti pronti le evidenze statistiche segnalano una flessione dei volumi di acquisto nel primo semestre 2009, a un tasso comunque più attenuato rispetto a quello del periodo precedente. A perdere terreno sul fronte delle vendite sono stati in particolare i primi piatti a base di riso e pasta, mentre ha mostrato una maggiore tenuta l’intera gamma delle minestre, dopo i tentennamenti del secondo semestre 2008.
Soggetto a tutt’altra sorte è il segmento, decisamente più dinamico, delle paste fresche, comprese quelle ripiene, che sembrano intercettare i gusti e le preferenze soprattutto dei consumatori del Nord.
Le vendite, sempre con riferimento ai volumi transitati nei carrelli degli italiani, hanno archiviato, nel primo semestre 2009, un incremento di oltre il 5% su base annua. Un risultato in controtendenza rispetto alla dinamica negativa emersa nella seconda metà del 2008 (-1%, sempre nel confronto anno su anno) e soprattutto più robusto, nella dimensione della crescita, rispetto al dato invece positivo rubricato nella prima parte dello scorso anno, che aveva chiuso con un progresso del 3,7%. [hidepost]
Tornando ai prezzi, l’attenuazione piuttosto netta della dinamica positiva, favorita, oltre che dal rapido dietro front delle quotazioni del frumento sui mercati internazionali, dall’alto tasso di promozionalità nel settore delle paste tradizionali, ha ridotto, ma non azzerato, nel primo semestre 2009 il contributo inflattivo delle paste alimentari […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]