Nuovi stili alimentari e rischio “de-mediterraneità”
5 Marzo 2011Mutamenti nelle dinamiche socio-culturali, ancora in atto, influiscono sulle abitudini di consumo alimentare degli italiani. Vediamo in che modo.
di Carlo Pisani
Il rischio? La “de-mediterraneità” della dieta e dello stile di vita degli italiani. Per effetto di dinamiche socio-culturali che stanno pesantemente influenzando, nell’intera area del Mare Nostrum, i comportamenti e le abitudini alimentari delle popolazioni locali. Quasi un’ironia della sorte, in un momento in cui la Dieta Mediterranea, celebre per le sue virtù salutari, ha ottenuto dall’Unesco il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità (si veda la notiza a pagina 5). [hidepost]
A lanciare l’allarme è il Barilla center for food & nutrition, think tank promosso dall’azienda leader globale nel mercato delle paste alimentari, che in occasione del secondo Forum internazionale, tenutosi alla Bocconi di Milano nelle giornate del 30 novembre e del 1 dicembre 2010, ha chiamato a raccolta il gotha degli esperti mondiali sulle tematiche dell’alimentazione e della nutrizione.
I cambiamenti ancora in atto nella società europea e italiana – si legge in un position paper presentato in occasione della due giorni meneghina – stanno determinando il radicamento di nuovi fenomeni, in particolare la banalizzazione e la mercificazione del cibo. In un contesto culturale e mercantile che spinge verso l’omologazione dei gusti e la produzione di alimenti sempre più pervasivi e soprattutto indifferenziati […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati subito per non perdere i prossimi numeri [/hidepost]