Paste fresche, il dopo-crisi tra vincoli e opportunità
19 Aprile 2011Pubblichiamo una sintesi dell’intervento di Nicola Lasorsa al convegno del Pastaria Day, svoltosi a Rimini il 23 gennaio.
di Nicola Lasorsa
Un timido risveglio. In un dopo-crisi che lascia qualche impronta negativa sul tracciato statistico del 2010, soprattutto in relazione alla dinamica dei consumi alimentari, che sembrano ricalcare, seppure con minore evidenza rispetto all’anno precedente, il percorso a ritroso sperimentato nel 2009.
è il contesto di riferimento con cui le imprese italiane del comparto food dovranno confrontarsi in questa fase di graduale ripresa, che presenta alcune incognite, ora anche sul fronte dell’inflazione, ma che sembra se non altro offrire diversi spunti positivi, oltre a elementi di novità, soprattutto sul piano delle relazioni commerciali tra il mondo della produzione e quello distributivo. Per le paste alimentari gli sviluppi dei consumi mostrano, nei macro-dati, una sostanziale tenuta del settore, con alcune differenze tuttavia nell’ambito dei diversi segmenti di produzione, che sembrano in larga parte confermare il dinamismo delle paste fresche.
Non solo vincoli, dunque, da questa complessa fase congiunturale, ma anche opportunità correlate ai nuovi modelli di consumo. [hidepost]
Alle paste fresche, come evidenziano i dati Unipi che si limitano però alle produzioni industriali, il 2009 – l’anno che ha decretato una contrazione del Pil in Italia del 5,1% e un calo del 3,2% dei consumi alimentari, al netto dell’inflazione – ha riservato una buona performance, che si è materializzata in una crescita del 2% dei volumi di acquisto e in un più 1,7% della spesa. Dinamiche, entrambe, in controtendenza rispetto al dato delle paste tradizionali, che hanno segnato leggermente il passo a volume, cedendo un frazionale 0,4%, e ereditato un più robusto meno 4,4% in termini di spesa […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati subito per non perdere i prossimi numeri [/hidepost]