Sebadas
31 Marzo 2010La redazione
La stragrande maggioranza dei pastifici in Sardegna ha nel suo catalogo le sebadas, seppure sia il caso di precisare che questa specialità rigorosamente isolana viene servita a tavola come dolce e non come primo piatto. Si tratta tuttavia di un prodotto inserito nell’elenco ministeriale dei prodotti tradizionali sotto la voce “paste fresche”.
La sua fama di delizioso dolce non tradisce. Si prepara fritto per pochi minuti e si gusta sotto una montagna di miele o di zucchero, a seconda delle preferenze. Ha una forma circolare e una dimensione che varia molto da zona a zona e a seconda dell’azienda produttrice, ma in generale si presenta come un grosso raviolo ripieno di formaggio pecorino lievemente inacidito e aromatizzato con buccia di limone o di arancia grattugiata e ricoperta di pasta di semola di grano duro.
In origine la preparazione del ripieno prevedeva un lungo procedimento con cottura a fuoco lento del formaggio, sino al momento in cui quest’ultimo diventava filante. Oggi però il procedimento utilizzato, soprattutto dai pastifici industriali è più veloce e meno macchinoso, pur portando ad eccellenti risultati in termini di gusto. Il procedimento tradizionale prevedeva che dopo la cottura del formaggio si passasse a quella dell’aggiunta degli aromi (limone o arancia, appunto) per poi far riposare il composto su una tavola di legno dove si predisponevano le forme circolari da chiudere nella pasta fresca. [hidepost] La sfoglia implica invece tuttora l’utilizzo di un impasto di farina di grano duro con acqua tiepida e strutto e una lavorazione sufficiente a rendere la pasta elastica, morbida e ulteriormente lavorabile. Anche in questo caso, la sfoglia, una volta stesa, va tagliata a cerchi di 10 cm di diametro circa ognuno, all’interno dei quali viene posto il ripieno di formaggio. Dopo la chiusura con un altro strato di pasta delle stesse dimensioni, il prodotto è pronto per essere fritto, confezionato, conservato o surgelato […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati subito per non perdere i prossimi numeri [/hidepost]