La pasta e le nuove tendenze del consumo alimentare
13 Aprile 2012Le nuove tendenze dei consumi alimentari in Italia e i loro effetti sulle politiche e sulle strategie di marketing per la pasta alimentare.
di Marino Rossi
Periodicamente, in questo spazio di riflessione sul marketing della pasta, torniamo ad esplorare come cambiano le tendenze dei consumi alimentari in Italia e quali influenze tali dinamiche determinino sulle strategie e politiche di marketing dei nostri amati pastai.
In un mercato così difficile come quello che negli ultimi abbiamo di fronte, stretto tra la crisi generale, col conseguente calo dei consumi alimentari, e l’aumento della pressione fiscale e di molte voci di costo (per esempio i combustibili, ovvero trasporti e energia, solo per citarne due), orientarsi nei mutamenti di stili di consumo alimentari è sempre più importante per cogliere le occasioni che nonostante tutto ancora si presentano.
In questo necessario sforzo di analisi e approfondimento ci aiutano una volta di più i risultati di recenti studi di GFK Eurisko, istituto di ricerche leader negli studi di mercato, che ringraziamo per la gentile concessione.
Ne emergono risultati assai articolati, con aspetti incoraggianti a fianco di altri più problematici.
Innanzitutto si segnala una dinamica confortante, sintetizzabile nella centralità della tavola.
Dal punto di vista pratico (i comportamenti alimentari) ma anche culturale e simbolico (l’adeguatezza percepita della propria alimentazione) il rapporto degli Italiani nei confronti del cibo rafforza il proprio ruolo centrale: 8 su 10 si definiscono ”buongustai”, cioè apprezzano e ritengono di saper riconoscere e apprezzare i piaceri a tavola; contemporaneamente, cresce la quota di chi dichiara di prestare attenzione al cibo e al momento nutrizionale in generale: per fortuna sono ben lontane dal concretizzarsi le previsioni di chi, solo un paio di decenni fa, preconizzava una crescente funzionalizzazione e marginalizzazione del cibo e dell’”atto” alimentare.
Questa centralità del momento alimentare sempre più spesso è caratterizzata in senso edonistico e di convivialità. Una tendenza segnata da una crescente propensione alla dilatazione dei tempi di consumo (e, talora, di preparazione) del cibo e dal recupero di una dimensione condivisa, socializzante, del momento alimentare.
Il gusto degli alimenti viene cioè oggi a essere sempre più evocato e influenzato, inserendosi in una dimensione culturale di rilassatezza, condivisione e comunicazione.
Nei momenti di acquisto e consumo alimentare si rafforza la consapevolezza del nesso tra alimentazione e salute: la dieta mediterranea rappresenta ormai la stella polare riconosciuta nell’esperienza alimentare degli italiani, con una evidente forte legittimazione culturale acquisita negli ultimi due decenni.
Quanto fin qui detto rafforza il ruolo della pasta, che continua ad essere sia il piatto base per eccellenza, che uno dei cardini della dieta mediterranea, oltre a prestarsi come pochi altri al momento conviviale e alla gratificazione edonistica. [hidepost]
Un altro elemento che emerge è l’orientamento “verde”, che spiega la progressiva riduzione del consumo di carne (1 italiano su 6 dichiara di consumarne meno che in passato, 1 su 15 si dice vicino a posizioni vegetariane) e il crescente interesse (il 20% di consumatori almeno occasionali) verso i prodotti biologici (vegetali in primis) in Italia.
Anche qui vi è spazio di manovra per i produttori di pasta, sia sul fronte della naturalità e benessere (il fattore “bio”), sia per intercettare lo spostamento di consumi dagli alimenti “grassi” a quelli “sani […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati subito per non perdere i prossimi numeri [/hidepost]