Malloreddus

27 Aprile 2009 Off Di Pastaria

L’articolo è dedicato al più tipico e noto formato di pasta della Sardegna.

di Oretta Zanini De Vita

Rivista sulla pasta Pastaria 13 >> MalloreddusAl principio, parlando di formati di pasta italiani, fu sicuramente uno gnocco, uno gnocco che nel tempo e nei luoghi ha subito diverse metamorfosi, così come ha fatto questo curioso gnocchetto sardo: il malloreddus.
A sentir parlare i sardi, chi a scuola ha studiato latino, potrà riconoscere molte parole della nostra antica lingua e molte, anche se trasformate, le si avvicinano in maniera sorprendente. Malleolus, in un latino tardo, pare stesse ad indicare uno gnocco e nel dialetto sardo si sarebbe conservato attraverso un suo diminutivo nella parola malloreddu, letteralmente piccolo gnocco. I sardi vanno giustamente orgogliosi di questa loro lingua dal sapore antico e se vi incuriosisse l’argomento, qualcuno di loro non mancherà di sciorinarvi frasi che poco si discostano dalla lingua che abbiamo studiato a scuola. «Pone mihi tres panes in bertula», cioè metti tre pani nella bisaccia: e pare una sentenza uscita da un compito in classe di latino! [hidepost]
Ma c’è anche chi fa invece derivare il termine da malloru che in dialetto significa toro, quindi, malloreddu, piccolo toro. In una accezione o in un’altra, ci riferiamo al piccolo gnocco grosso, schiacciato sul fondo di un cesto di vimini, chiamato ciurili in modo da decorarne la superficie con piccole incisioni parallele.
Mani operose hanno lungamente impastato la semola di grano duro con acqua e stimmi di zafferano, per dare a questa pasta semplice il colore dorato delle consorelle preparate con le uova. Queste erano preziose nell’economia delle campagne: venivano piuttosto utilizzate come moneta di scambio al mercato per procurarsi quello che serviva in famiglia: scarpe, sale, olio, o altro. Lo zafferano invece era – ed è tutt’ora – coltivato a San Gavino Monreale. Un tempo lo si usava soprattutto per tingere le stoffe e quindi doveva essere coltivato anche in aree più estese. Oggi è largamente usato per la preparazione di liquori e dolci tipici.
I malloreddus, chiamati anche oggi gnocchetti sardi, sono diventati un fiore all’occhiello della produzione pastaria isolana […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]