Le norme in tema di etichettatura della pasta

27 Aprile 2009 Off Di Pastaria

Uno sguardo d’insieme sulle principali disposizioni di legge in materia di etichettatura della pasta alimentare.

di Lino Vicini e Cecilia Marconi

a disciplina dell’etichettatura degli alimenti risulta essere alquanto complessa per la minuziosità delle disposizioni che la compongono.
A ciò si aggiunge, in particolare negli ultimi anni, una serie incessante e ripetuta di modifiche da parte del legislatore.
Il semplice confronto tra lo scarno art. 8 della legge 283 del 1962, che si occupava di disciplinare originariamente l’etichettatura ed il testo oggi vigente, contenuto nel decreto legislativo 109 del 27 gennaio 1992, formato da oltre trenta corposi articoli, dimostra quanta strada sia stata percorsa in questi anni.
Gli operatori sono pertanto tenuti ad aggiornare periodicamente il loro bagaglio di conoscenze sulla materia per non correre il rischio di porre in commercio prodotti con etichette non adeguate alle numerose e ricorrenti novelle normative.
In questo articolo si intende fornire un primo sguardo d’insieme alle principali disposizioni della materia relativamente alle paste partendo in primo luogo dall’analisi delle fonti ove si segnala la coesistenza di norme di diversa provenienza italiane e comunitarie.
Il rapporto tra queste disposizioni, apparentemente semplice ad una prima lettura, può dare luogo a non pochi problemi interpretativi all’operatore a causa della presenza di diversi, e talvolta inconciliabili, principi guida alla base delle norme nazionali e di quelle comunitarie. [hidepost]
Stella polare da seguire in questo mare inquieto di disposizioni pare essere il rispetto rigoroso di alcuni concetti: la corretta informazione al consumatore e il mantenimento della eccezionale qualità della pasta italiana che ha consentito ai nostri produttori così tanti successi nel mondo.

La predominanza del diritto comunitario tra le fonti del diritto alimentare
Come si è già avuto modo di osservare nell’analisi delle disposizioni illustrate nei precedenti numeri della rivista attualmente il diritto alimentare è costituito per la maggior parte da norme di origine comunitaria.
Tali norme sono omogenee per tutti i ventisette paesi dell’Unione e consentono di far circolare liberamente, senza restrizioni, i prodotti alimentari all’interno del grande mercato unico.
Le norme giuridiche, approvate dal legislatore nazionale in questa materia, numerosissime in passato, viceversa sono oggi relativamente scarse e in ogni caso devono rispettare i principi generali stabiliti dal diritto comunitario […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]