Pasta, il punto su prezzi e consumi
27 Aprile 2009Uno sguardo all’andamento dei prezzi e dei consumi di paste alimentari.
di Carlo Pisani
Un graduale ma progressivo rientro delle tensioni. Che ha limato di oltre 6 punti percentuali in pochi mesi la crescita tendenziale dei prezzi al consumo della pasta, stemperando almeno in parte le polemiche della scorsa estate.
I dati sono incontrovertibili. E prefigurano, nell’attuale contesto economico recessivo, certo non favorevole ai consumi in generale, uno scenario di ulteriore allentamento della dinamica inflazionistica.
A suggellare il cambiamento di passo è stato lo stesso Garante istituito presso il ministero dello Sviluppo economico, al secolo Mister Prezzi, che in una recente nota ha evidenziato, nel dopo-estate, un’inversione della curva confermata dai dati Istat del gennaio scorso.
Il termometro dei prezzi, insomma, non segna più febbre altissima. Anche se il confronto annuale restituisce rincari ancora a doppia cifra, seppure in un contesto di forte variabilità dei listini, anche da marca a marca, per un prodotto soggetto a ricorrenti campagne di sconti e promozioni da parte della grande distribuzione organizzata.
Guardando più da vicino le cifre, le rilevazioni ufficiali mostrano a gennaio un tendenziale di crescita dei prezzi al consumo delle paste alimentari (il tendenziale esprime la variazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) del 19,4%. Un risultato ancora elevato, soprattutto se rapportato a un tasso di inflazione sceso nel frattempo all’1,6%, grazie allo “sboom” del petrolio. [hidepost] Ma che conferma, per il quinto mese consecutivo, un progressivo rientro delle tensioni dai picchi dello scorso agosto, mese in cui il tendenziale dei prezzi della pasta si era spinto – secondo l’Istat – fino al +25,6%.
Anche la dinamica congiunturale, data dal confronto mese su mese, evidenzia, dopo un periodo “caldo”, una pausa di riflessione. Sia a gennaio che a dicembre i prezzi al consumo della pasta non hanno subìto variazioni, né al rialzo, né al ribasso. Al contrario erano sempre aumentati, anche a ritmi sostenuti, dall’inizio del 2008 fino a tutta l’estate. Con il picco dell’aumento mensile che ha coinciso con febbraio, mese in cui i listini, a distanza di soli trenta giorni, avevano subìto un ritocco verso l’alto del 4,3% […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]