Pastificio Giglio
10 Aprile 2008La redazione
Mimmo Giglio è un imprenditore fuori dal comune. Penso questo mentre lo vedo abbandonare la sua postazione al computer per andare in soccorso dei suoi collaboratori al banco vendita. Ci sono persone che chiedono espressamente di lui ogni volta che entrano in negozio. Fatto, questo, che la dice lunga sulle sue capacità relazionali e sulla sua attenzione nei confronti del cliente. Almeno un giorno alla settimana, non solo si concede il piacere del confronto diretto con il pubblico, ma si occupa personalmente delle consegne ai ristoratori e ai negozi, cosciente del fatto che questa sua considerazione, oltre a gratificarlo personalmente per i rapporti umani che si instaurano, è anche il modo migliore per soddisfare il cliente e per farlo sentire al centro dell’attenzione.
Ma non è solo questo ad impressionarmi positivamente.
È soprattutto la sua storia di uomo che ha iniziato la sua vita professionale con una laurea in giurisprudenza e un posto all’ufficio legale delle Ferrovie dello Stato, a Torino. E che ha finito – ma solo sino al momento in cui scriviamo – col produrre pasta. Quanti avrebbero avuto il coraggio di abbandonare un ente pubblico che può garantire uno stipendio a vita e talvolta senza troppo impegno? Non molti. Eppure Giglio una mattina ha presentato la sua lettera di dimissioni ed è tornato a Palermo per cimentarsi in un campo che non conosceva minimamente. È stato un atto di coraggio o forse di incoscienza, ma il tempo gli ha dato ragione e gli ha permesso di esprimere al meglio le sue capacità, non comuni, di imprenditore. I fatti parlano per lui: oggi Giglio non è solo proprietario di uno dei pastifici più noti nel capoluogo siciliano, ma è anche contitolare di un ristorante che ha fatto la storia di Palermo e referente regionale di […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista