Antiche paste del mondo musulmano
12 Aprile 2012Le antiche testimonianze della pasta nella cucina musulmana.
di Oretta Zanini De Vita
Che la pasta non sia nata in un solo posto o per mano di una sola antica massaia dovrebbe ormai essere chiaro a tutti. Questo umile impasto di farina e di acqua presente in tutte le civiltà antiche ha poi trovato, in tempi molto lontani, un suo habitat privilegiato in questo lungo Stivale immerso nel Mediterraneo. Questo non significa che elaborati del genere non siano stati presenti anche in altre realtà civili. L’importante, per lo storico, è la documentazione fissata dalle fonti e le prime, per quel che riguarda la pasta, sono state trovate in antichi manuali di cucina musulmana, il più antico dei quali pare risalga addirittura al X secolo: il che non significa naturalmente che prima l’alimentazione non avesse già cominciato a mettere le mani nella farina. Il più antico e certamente il più famoso di questi documenti è un testo più tardo, di un autore probabilmente persiano – Al Bagdâdi – che risale al XII secolo e che è stato pubblicato in Francia solo nel 1934. [hidepost]
La lunga occupazione araba in Spagna ha dato i suoi frutti in tema di pasta; ecco un trattato sulla cucina ispano-magrebina che ci è pervenuto insieme ad uno coevo sulla cucina andaluso-marocchina. In tutti questi antichi testi sono onnipresenti elaborati a base di varie farine: dal pane, ad una sorta di crèpes e di quenelles, al cuscus e a quelli che noi oggi chiamiamo vermicelli ma che certamente erano più corti e ottenuti arrotolando un pezzetto di impasto fra le mani, generalmente grosso quanto un grano di pepe […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati subito per non perdere il prossimo numero [/hidepost]