Il marketing valoriale per la pasta fresca
22 Febbraio 2012Il marketing del prossimo futuro prevede la massima attenzione ai valori. Ne ha parlato Marino Rossi al Pastaria Day di Rimini.
di Marino Rossi
L’intervento di oggi sarà volto a esaminare le nuove sfide che si profilano per il marketing della pasta fresca.
Alternerò concetti generali con temi più pratici, sperando così di incontrare le vostre esigenze e aspettative.
Se pensiamo alla pasta fresca italiana, si parla di un prodotto tipico di qualità il cui mercato vale circa 1 miliardo euro, pari al 25% del mercato totale della pasta, e cresce a tassi del 2/5 % annuo.
Il consumo pro-capite annuo è di 2,3 kg e il prezzo unitario medio di una confezione è circa 3,5 volte quello della pasta secca.
La crisi a tutti nota sta determinando un ripensamento degli stili di vita e di consumo, col ritorno in auge di concetti come austerità e sobrietà.
Abbiamo poi un mondo globalizzato in veloce mutamento, che crea da un lato bisogni e consumi omologati in quasi tutte le società, dall’altro vede il ripresentarsi di fenomeni e atteggiamenti localistici.
Un mondo che consente a chi può e vuole di informarsi più a fondo, divenendo più esigente, refrattario ai vecchi messaggi pubblicitari, quindi infedele alle marche: ecco allora un nuovo consumatore che passa “di fiore in fiore” con grande volubilità.
Il marketing dei nostri tempi deve quindi innovarsi.
Non può esistere più un solo marketing, bensì diversi marketing per varie nicchie di consumatori.
Non esiste più il consumatore, ma le persone, i consumatori che si fanno co-produttori.
è tempo di Marketing 3.0 (Kotler).
Oggi sempre più dunque il marketing si frantuma individualizzandosi.
Ci si rivolge non più a tradizionali categorie di consumatori, bensì a persone ciascuna con diversi bisogni e sensibilità, che vogliono influenzare il produttore dettando nuovi canoni e modelli con una diretta interazione: quesoa è il senso della transizione in atto, da consumatori a co-produttori.
Quale sarà dunque il futuro del marketing?
Oggi la fiducia è più presente in relazioni orizzontali, i consumatori si fidano di più di altri consumatori che delle imprese.
Il passaparola è più credibile, mentre si perde fiducia nelle pratiche tradizionali.
Per molti il marketing viene percepito come vendere persuadendo e manipolando.
Occorre veramente porre i clienti in cima alle priorità e puntare a un approccio orizzontale nel marketing, aderendo al nuovo sistema di fiducia tra i consumatori che interagiscono in rete.
Il marketing deve allora evolvere aprendosi a un approccio umanistico.
Ne consegue l’obbligo di guardare ai consumatori come esseri umani completi, fatti di mente, cuore e spirito.
è ora che molte aziende ammettano che il cliente non è stato davvero in cima alle loro priorità. [hidepost]
Parecchi imprenditori considerano più importanti aspetti di mero profitto a breve termine o di rapporto coi canali o altro ancora.
Bisogna invece innanzi tutto sintonizzarsi coi consumatori per capirne ansie e desideri, sviluppando un’autentica sensibilità verso il mercato.
Il marketing 3.0 deve ridefinirsi come un triangolo ben bilanciato tra le cosiddette 3 “i”:
- identità di marca;
- integrità di marca;
- immagine di marca.
Ecco allora che una differenziazione della marca sinergica con il suo posizionamento sul mercato produrrà naturalmente una buona immagine dell’azienda stessa […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati subito per non perdere i prossimi numeri [/hidepost]