Il ruolo “fast” della pasta per un consumo moderno
17 Aprile 2012Fast Pasta, un nuovo format di ristorazione per i giovani, votato alla qualità e che esalta l’eccellenza della dieta italiana. Se ne è parlato a Rimini in una tavola rotonda organizzata nell’ambito di Cooking pasta.
la Redazione
Un restyling d’immagine, per un prodotto più aderente alle nuove espressioni e ai nuovi target di consumo. Nella prospettiva di un’evoluzione del ruolo della pasta da alimento “liturgico” a prodotto innovativo, rivolto a un pubblico prevalentemente giovanile.
È la filosofia che ha ispirato l’iniziativa Fast pasta, un nuovo format di ristorazione per i giovani, votato alla qualità e che esalta l’eccellenza della dieta italiana, presentata a Sapore in una tavola rotonda organizzata, il 28 febbraio scorso, da Rimini Fiera in collaborazione con Pastaria.
Aprendo l’incontro, Riccardo Felicetti, produttore e presidente del Gruppo pasta di AIDEPI, l’Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane, ha introdotto il tema dell’innovazione in un’ottica evolutiva del consumo di pasta e soprattutto di stampo meno tradizionale, specialmente all’estero e presso determinati target di consumatori. Un modello da realizzare anche con l’ausilio di tecniche produttive e di preparazioni più idonee a intercettare i nuovi stili alimentari.
Oltre confine, d’altro canto – ha proseguito Felicetti – il consumo di pasta continua a crescere a ritmi elevati. I pastifici italiani esportano più della metà della loro produzione, ma per crescere dovremmo svincolarci dal nostro pensiero dominate del piatto, della posate, della tavola e pensare a qualcosa di nuovo, anche al take-away.
In Giappone l’utilizzo di paste precotte e surgelate è ormai ampiamente diffuso nei canali extradomestici. Il modello che vogliamo imitare – ha spiegato il rappresentante di Aidepi – è quello della pizza che, partendo da un concept tradizionale, come il prodotto verace, ha raggiunto nel tempo varianti e caratteristiche tali che ne hanno reso il consumo adatto ad ogni occasione, dallo snack all’aperitivo, dal pranzo alla cena. Favorendo al contempo un ampliamento della fascia dei consumatori potenziali e reali.
Pasta dunque in senso meno tradizionale e soprattutto più giovane. Un prodotto più versatile e come tale meglio adattabile ai nuovi stili e alle diverse occasioni di consumo.
Soffermandosi sugli aspetti salutistici e nutrizionali, Andrea Pezzana, direttore SoSD Dietetica e Nutrizione dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino e responsabile Area salute di Slow Food, ha illustrato i possibili vantaggi di questo progetto. [hidepost]
Oggi – ha spiegato Pezzana – i giovani sono fortunatamente molto curiosi sotto il profilo alimentare. Amano diversificare i luoghi che frequentano e ciò che mangiano, anche se spesso si affidano a offerte ristorative di basso profilo qualitativo. Favorire il consumo di pasta fuori casa comporta pertanto diversi elementi positivi. Sappiamo ad esempio come le indicazioni ad incrementare gli zuccheri complessi, vale a dire gli amidi, nella nostra alimentazione trovino un vantaggio consumando la pasta rispetto ad altri prodotti a base di cereali, come ad esempio il pane, il cui impasto risulta spesso soggetto a lievitazioni troppo rapide. L’importante è associare all’offerta commerciale un’attenta, ma non pedante, informazione, per esempio sulla qualità e sulla provenienza delle materie prime utilizzate […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati subito per non perdere i prossimi numeri [/hidepost]