Le paste che si arrotolano
8 Novembre 2010Fusilli, gnocchi col ferro, fusarioi, ferricelli, filatelli: viaggio nel mondo delle paste che si arrotolano.
di Oretta Zanini De Vita
Tutto deve essere cominciato per problemi di cottura: il lungo o corto spaghettone tirato a mano e asciugato al sole che hanno fatto i primi pastificatori in Sicilia, impiegava in cottura un tempo interminabile; se la pastina si cuoceva nel tempo che si impiega a recitare qualche Avemaria o qualche Paternoster, per questa pasta era necessario recitare, e molto lentamente, un intero rosario. A noi oggi, che cuociamo la pasta in una decina di minuti, la cosa fa sorridere. Il problema che dovette porsi agli antichi maccheronai fu dunque quello di preparare una pasta che avesse uno spessore più sottile in modo da accorciare i tempi nella pentola dell’acqua. Ecco che in Sicilia i primi pastificatori provarono ad arrotolare un pezzettino di impasto attorno ad uno stelo di ampelodesmo. Si tratta di un’erba dallo stelo durissimo che faceva molto bene al caso loro. Anche oggi nel Trapanese le donne preparano in questo modo la busiata che era anche allora un grosso bucatino dalla lunghezza variabile.[hidepost]
Fu molto probabilmente quando questo tipo di pasta, già a partire dal Medioevo, approdò sulla costa amalfitana, che qualcuno trovò più comodo arrotolare l’impasto attorno ad un ferretto: il ferretto prescelto aveva la forma assottigliata di un fusetto, con le estremità rastremate in modo che la pasta scorresse facilmente e così il nuovo formato preparato con questo attrezzo lo chiamarono fusillo […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati subito per non perdere il prossimo numero [/hidepost]