L’Ue apre agli OGM ed è di nuovo polemica
27 Aprile 2010L’argomento, molto discusso, è recentemente tornato alla ribalta in seguito alla decisione della Commissione Europea di autorizzare la coltivazione di patate geneticamente modificate.
di Maria Antonietta Dessì
Organismi geneticamente modificati: in pochi sanno esattamente di cosa si tratti. Eppure l’argomento è molto discusso ed è recentemente tornato alla ribalta in seguito alla decisione della Commissione europea di autorizzare la coltivazione di patate transgeniche. Due anni fa in Italia, la questione è stata inoltre oggetto di una campagna di sensibilizzazione ad opera della Coalizione Italia-Europa Liberi da OGM, che ha visto protagoniste oltre trenta sigle del mondo della produzione primaria, della trasformazione, della tutela dei diritti civili, dei consumatori e dell’ambiente. Il movimento ha realizzato un programma che prevedeva oltre mille incontri pubblici in tutto il Paese, durante i quali sono state raccolte più di tre milioni di firme destinate a sensibilizzare Governo nazionale e Unione europea su un tema tanto importante quanto delicato.
Le innumerevoli ricerche fatte sinora non hanno ancora consentito di affermare con assoluta certezza che i prodotti derivanti da animali o piante geneticamente modificati si possano considerare sicuri per la salute umana e per gli ecosistemi. Ma nemmeno il contrario. Quindi, senza avere l’ambizione di fare un’analisi scientifica di una questione sulla quale esperti di fama mondiale non hanno trovato un accordo, andremo a sentire il parere degli operatori del settore per capire qual è la percezione del fenomeno.
La comunità scientifica internazionale si è data, a suo tempo, la regola del principio di precauzione, secondo la quale, laddove esiste la possibilità che un prodotto, un processo o un fenomeno possano causare un pericolo globale e irreversibile per la salute e per l’ambiente e non si abbiano sufficienti elementi per una valutazione, non si debba farne uso, per evitare un rischio. [hidepost] Ma questo, come altri principi sottoscritti da diversi stati, non viene sempre rispettato alla lettera. In alcuni paesi, Stati Uniti in testa, la regola non viene applicata. Al contrario, la normativa prevede la sostanziale equivalenza tra cibi naturali e transgenici al punto che gli stessi produttori non sono tenuti nemmeno all’indicazione della presenza di OGM in etichetta […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati per non perdere i prossimi numeri [/hidepost]