La pasta italiana in Russia e in Europa dell’Est
22 Dicembre 2009Pubblichiamo un’analisi tecnico-giuridica delle norme in materia di conformità di prodotto e di etichetta vigenti in Russia e in Europa dell’Est
di Massimo Buonavita
La Russia e l’Europa dell’Est sono aree geografiche in fase di sviluppo dove la richiesta di prodotti alimentari italiani è in aumento, e dove pertanto le aziende italiane hanno considerevoli opportunità di espansione.
Tuttavia, tutti questi mercati sono anche caratterizzati da un certo protezionismo a favore delle produzioni locali, che si concretizza non solo nell’applicazione delle consuete misure fiscali nei confronti dei prodotti entranti, ma anche nell’applicazione particolarmente rigorosa delle normative alimentari sulla conformità di prodotto e sull’etichettatura di quanto viene importato.
Come vedremo, infatti, la Russia possiede una disciplina igienico-sanitaria molto dettagliata e richiede che tutti gli alimenti importati sul suo territorio ottengano una certificazione obbligatoria, mentre in altri paesi dell’area est-europea vengono applicate interpretazioni molto rigorose delle normative sull’etichettatura dei prodotti alimentari.
Anche per la Russia e l’Europa dell’Est, quindi, ci troviamo di fronte a grandi opportunità commerciali ma anche a difficoltà di tipo legale che devono essere prese in considerazione prima di intraprendere l’esportazione dei prodotti.
Le problematiche che abbiamo voluto affrontare in questa sede sono quelle che a nostro parere le aziende italiane dovrebbero conoscere meglio se intendono commercializzare pasta nell’area in questione, e cioè:
• le regole dell’etichettatura in Russia e nell’Europa dell’Est;
• le problematiche di tipo igienico-sanitario in Russia;
• la certificazione GOST-R.
Le regole dell’etichettatura in Russia e nell’Europa dell’Est
Le normative sull’etichettatura di tutti i paesi dell’area sono abbastanza compatibili fra di loro e, nel complesso, traggono tutte ispirazione dal modello giuridico comunitario “codificato” nella direttiva 2000/13/CE.
Questa considerazione del resto è ovvia per l’intera Europa dell’Est, che fa ormai parte dell’Unione europea e pertanto ha adottato il suo diritto industriale armonizzato, compreso quello che disciplina il settore alimentare. [hidepost]
Anche la Russia, benché sia uno stato terzo, non presenta normative particolarmente difficili da applicare a prodotti di origine italiana o comunitaria, specialmente se questi sono semplici nella loro composizione come accade generalmente per le paste alimentari.
Tuttavia, anche in questo quadro apparentemente confortante vanno fatte alcune importanti considerazioni sulle difficoltà che l’azienda italiana potrebbe incontrare con l’etichettatura dei suoi prodotti destinati a questi mercati.
La prima segnalazione degna di nota è l’obbligatorietà dell’etichettatura nutrizionale in Russia. A differenza di quanto accade in Italia e nell’Unione europea, le etichette di tutti i prodotti esportati verso questo mercato devono infatti recare una tabella nutrizionale tradotta in lingua russa, anche se magari non riportano nessun claim o altra informazione di tipo nutrizionale.
Le regole da rispettare per la realizzazione di tale tabella nutrizionale non sono poi molto diverse da quelle comunitarie, e quindi la predisposizione di questa indicazione non presenta particolari difficoltà; tuttavia è importante che l’azienda italiana sia almeno al corrente di quest’obbligo […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati subito per non perdere i prossimi numeri della rivista [/hidepost]