Pasta, consumi in versione “global”
7 Luglio 2008Dopo l’Italia guidano la lista dei paesi consumatori Venezuela e Tunisia. Ancora indietro l’Asia, ma corrono Cina e India, dove si prevedono le migliori performance di crescita
di Carlo Pisani
Pasta, alimento globale? I numeri dicono di sì. L’Italia resta leader mondiale, con un pro capite di oltre 28 chilogrammi l’anno. Ma le statistiche sui consumi nel resto del pianeta confermano il superamento di ogni frontiera geografica e culturale per il prodotto simbolo del made in Italy. Che in scia anche al boom della dieta mediterranea ha saputo innescare all’estero nuove mode e tendenze alimentari, pure in quei paesi tradizionalmente distanti dal consumo di pasta. Spingendo l’export nazionale a coprire una quota superiore al 50% della produzione totale.
A fare della pasta un prodotto globale – sottolinea l’Unipi, l’associazione che riunisce l’industria pastaria italiana – è il suo passe-partout di caratteristiche uniche e inimitabili. L’associazione fornisce anche le cifre sui consumi nelle diverse nazioni. Numeri da cui emerge, nella classifica dei paesi consumatori, il secondo miglior piazzamento, dietro l’Italia, del Venezuela, con un pro capite di circa 13 chilogrammi annui.
Di poco inferiore, pari a 11,7 chili a testa, il consumo di pasta in Tunisia, che a differenza del paese sudamericano non dispone però di una capacità produttiva interna adeguata alla dimensione del mercato locale, collocandosi solo al ventesimo posto nella lista dei produttori mondiali (al Venezuela spetta la settima posizione nello stesso ranking) […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista