I sapori d’Ogliastra
9 Giugno 2008La redazione
Arriviamo dopo un lungo viaggio tra le montagne del Gennargentu, alla nuova sede del pastificio Arra e restiamo affascinati dal magnifico panorama che si scorge da questa posizione. Lo stabilimento, costruito ai piedi della cittadina di Lanusei, nel cuore della neonata provincia d’Ogliastra, domina la valle ed offre una vista mozzafiato su un mare che in tanti ritengono il più bello della Sardegna.
Molte cose ci colpiscono di questa impresa. Innanzitutto le sue dimensioni: 1500 metri quadrati di coperto, distribuiti su due piani, dove una ventina di persone, prevalentemente giovani donne, lavorano con macchine ad alta tecnologia, fornite da Dominioni, per realizzare i classici prodotti della tradizione pastaria sarda.
Le specialità sono numerose: culurgionis di patate e menta, pardule, ravioli di formaggio o patate, ma anche malloreddus, gnocchi, sebadas. Alcuni di questi prodotti, quelli più tipici, meritano una presentazione. I primi sono dei fagottini di pasta, ripieni di patate, formaggio e menta. Hanno una caratteristica chiusura a spiga, fatta rigorosamente da mani femminili.
Faremmo un torto al lettore se non descrivessimo dettagliatamente anche le caratteristiche delle pardule, deliziosi dolci diffusi in tutta la Sardegna, fatti con una base di pasta e un contenuto di formaggio o ricotta, un tempo preparati da ogni massaia in occasione della Pasqua. Anche le sebadas, pur essendo grossi ravioli ripieni di pecorino fresco, si friggono e si consumano caldi in un mare di miele, come dessert. I malloreddus non necessitano certo di presentazioni. Definiti anche gnocchetti sardi, sono oggi presenti nel catalogo dei più noti pastifici industriali italiani.
Ma non è solo la qualità dei prodotti a carpire la nostra attenzione. In un contesto dove il tasso di criminalità è tra i più elevati del Meridione e la disoccupazione presenta indici a due cifre, il pastificio Arra rappresenta un’eccezione, un vero e proprio modello imprenditoriale.
Non ha vinto solo una scommessa con se stesso Vito Arra, quando ha iniziato ad esportare il suo prodotto fuori Sardegna. Ha soprattutto dimostrato che questa terra – considerata un’isola nell’isola per le scarse vie d’accesso – offre grandi possibilità e che il cibo e la tradizione possono diventare una risorsa preziosissima […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista