Mercati alle stelle, la via è diversificare
7 Marzo 2022Martina (Fao): “All’ Ue occorre un piano di autonomia strategica”
Il boom dei prezzi delle materie prime, su tutti i cereali (mais passato da 170 a 287 euro/tonnellata, grano duro da 280 a 522 euro/ton, grano tenero da 186 a 307 euro/ton) sta mettendo sotto pressione le catene di approvvigionamento a livello mondiale, con la previsione per buona parte del 2022 che i listini si mantengano su livelli alti.
È l’analisi di Ismea, presentata a Fieragricola a Verona. “In questa fase di incertezza – sostiene il presidente dell’istituto, Angelo Frascarelli – le imprese agricole devono diversificare le produzioni e le aziende di trasformazione devono diversificare le fonti di approvvigionamento”.
Frascarelli esorta a ipotizzare “nuove soluzioni operative” per fronteggiare questa fase di tensione dei prezzi. “Serve maggiore trasparenza dei mercati, mentre in Italia dobbiamo rafforzare le filiere nazionali”.
Le tre sfide dell’agroalimentare
A ciò si aggiungono le tensioni sui prezzi del gas, del petrolio e dell’energia, acuite dalla guerra scatenata dall’invasione russa in Ucraina.
“L’agricoltura – chiarisce Maurizio Martina, vicedirettore aggiunto della Fao, già ministro delle Politiche agricole – ha davanti a sé tre sfide enormi: la pandemia, i cambiamenti climatici e il conflitto che si è aperto fra Russia e Ucraina”. Per questo, all’Europa serve “un piano di autonomia strategica, che deve riguardare sia l’agroalimentare che l’energia, perché Russia e Ucraina sono player fondamentali dei mercati agricoli globali: insieme rappresentano il 30% del commercio di grano, il 32% dell’orzo, il 50% del volume totale dei semi oleosi, il 18% dei volumi totali del mais”.