Paste pronte surgelate, questi i consumi
15 Dicembre 2008Dopo anni di crescita sostenuta, i primi piatti a base di pasta surgelata stanno dando in Italia i primi segni di cedimento. L’articolo presenta i più recenti dati relativi al loro consumo.
di Carlo Pisani
La crisi dei consumi e il caro-vita, che hanno imposto una stretta anche alla spesa alimentare delle famiglie italiane, tradizionalmente anticiclica, sta iniziando a minare, oltre ai prodotti abituali, i segmenti più innovativi del food.
Referenze, alcune di nicchia, altre di più ampia diffusione, solitamente ad alto contenuto di servizio e innovazione, che al contrario hanno mostrato in questi ultimi anni i tassi di crescita più elevati, anche in relazione ai mutamenti degli stili di vita e di consumo e ai fenomeni socio-demografici che hanno caratterizzato in particolare gli ultimi due lustri. Primo fra tutti il boom delle famiglie mono componenti, la cui rilevanza statistica ha assunto un’evidenza ben più significativa rispetto al passato.
Nella gamma degli “innovativi” anche i primi piatti a base di pasta surgelata, dopo un successo documentato da anni di crescita sostenuta, stanno dando in Italia i primi segni di cedimento. Qualcosa in più di un semplice scricchiolio, in base ai dati più recenti sull’andamento delle vendite, che legittima i timori di una possibile svolta negativa con connotati strutturali, sulla cui durata nessuno al momento sembra potersi sbilanciare. Anche in considerazione delle attuali incertezze sui postumi di una crisi economica di dimensione globale innescata, quest’anno, dallo tsunami finanziario in Usa che ha contagiato anche l’Europa. [hidepost]
Quello che per ora sembra appurato è il rapido dietro front dei consumi domestici di paste pronte surgelate, una sorta di “IV gamma” del settore delle paste alimentari. Fenomeno chiaramente indicato nei rendiconti di Gfk Panel Services Italia, una delle più affermate società di ricerche di mercato, con casa madre in Germania, che nell’anno terminante ad agosto 2008 ha registrato un calo sia dei volumi di acquisto, sia della spesa. Con l’unico dato positivo rappresentato, nella dinamica annuale, da una maggiore penetrazione d’acquisto, ovvero da un incremento del numero delle famiglie consumatrici.
Venendo alle cifre, le rilevazioni Gfk segnalano, nei dodici mesi compresi tra settembre 2007 e agosto 2008 […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]