Pastificio De Stefano
20 Marzo 2009la Redazione
Il laboratorio De Stefano è il classico esempio italiano di pastificio storico, fondato diversi decenni fa, poco dopo la seconda guerra mondiale, dove convivono e si sono già succedute più generazioni di produttori.
L’impresa venne fondata ad Ivrea nel lontano 1948 da Giuseppe De Stefano, grande amante della pasta. Allora allestì un piccolissimo laboratorio a conduzione familiare che già nel 1953, vista l’alta richiesta di prodotti tipici – agnolotti in particolare – fu trasferita a Bollengo, piccolo paese vicino a Torino, dove locali più ampi, maggiori spazi interni ed esterni consentissero più efficienza e maggiore produzione. E tuttora il laboratorio che porta il nome del suo fondatore, ha sede nella periferia di questo delizioso comune di poco più di 2000 anime.
Oggi il pastificio è gestito dalle famiglie dei figli di Giuseppe, Rinaldo e Giuliano, dalle rispettive mogli e dai figli. Per ovvie questioni organizzative e gestionali, all’interno dell’azienda ognuno ha un ruolo diverso a seconda degli studi fatti, delle competenze acquisite sul campo, delle vocazioni personali e dalle aspirazioni. [hidepost] C’è quindi chi segue la produzione, chi l’amministrazione o la qualità, chi gli aspetti commerciali e chi i rapporti con l’esterno. Il passaggio generazionale, ma soprattutto la convivenza tra diverse generazioni non è mai facile, eppure alla fin dei conti, nella maggior parte delle imprese italiane a conduzione familiare, il valore aggiunto è dato proprio da questa gestione in cui vecchie e nuove leve concorrono verso un obiettivo comune, generando quasi sempre un ottimo risultato. Insomma, i ruoli sono apparentemente distinti, ma non sempre sono così rigorosamente rispettati. «Tutti abbiamo una funzione e più mansioni specifiche all’interno dell’azienda. Io ne ho uno. I miei cugini un altro e lo stesso vale per lo zio, la zia, mia madre e i dipendenti. Eppure le “vecchie leve” tendono sempre a rimarcare una sorta di supremazia. [hidepost] Come se l’età da sola, fosse un elemento per mettere il cappello su ogni questione e per avere l’ultima parola su tutto. I capostipiti, forti della loro esperienza, ma anche del ruolo che hanno all’interno della famiglia, non perdono occasione per far notare che le redini dell’azienda sono ancora in mano loro…» sottolinea Chiara De Stefano (responsabile della qualità nel pastificio) tra il serio e il faceto. E in certo qual modo ha ragione. Nella maggior parte delle aziende italiane – comprese quelle della pasta – quando c’è di mezzo una gestione familiare, non sai mai dove finisce la famiglia e dove inizia l’impresa […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista [/hidepost]