Piatti pronti, l’andamento dei consumi in Italia
16 Luglio 2012Le rilevazioni Gfk-Eurisko fotografano l’andamento dei consumi di piatti pronti a base di pasta in Italia.
di Carlo Pisani
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Il 2011 lascia il segno meno sulle vendite di piatti pronti a base di pasta. Lo rivelano i dati Gfk-Eurisko che nel comparto dei surgelati indicano, nel complesso, un andamento ancora moderatamente positivo, riconducibile però quasi esclusivamente al segmento delle pizze.
Per i prodotti a base di pasta il bilancio dei frozen è invece negativo. Le rilevazioni sulle vendite retail segnalano, in relazione ai piatti pronti, riduzioni anche piuttosto marcate. A volume il confronto con il 2010 restituisce una contrazione del 6,2%, mentre in termini monetari gli acquisti hanno subito un taglio del 7,1% su base annua.
Le condizioni economiche sfavorevoli, ma anche un appiattimento nell’innovazione di prodotto, sono i fattori che hanno maggiormente determinato nel 2011 l’evoluzione negativa dei piatti pronti ricettati. Dinamica proseguita nell’anno terminante a marzo 2012, che ha amplificato le perdite a un meno 7,8% sia a volume che in termini di spesa.
L’anno scorso si è anche ridotto di quasi un punto percentuale, sempre per i surgelati a base di pasta, il grado di penetrazione, variabile che esprime la percentuale delle famiglie acquirenti, passato dal 28,9% del 2010 al 28,1%. E anche l’acquisto medio per nucleo familiare ha subito una riduzione, scendendo a 2,37 chilogrammi, contro i 2,5 dell’anno precedente. Un calo del 5% che fotografa la condizione di sofferenza del segmento, sicuramente influenzato, in considerazione degli alti prezzi unitari dei prodotti a elevato contenuto di servizio, dalle strategie difensive adottate dai consumatori per fronteggiare la crisi.
Alla diminuzione del parco acquirenti si è inoltre associata, l’anno scorso, una riduzione della frequenza media di acquisto (da 3,4 a 3,2 atti) e un’estensione dell’intervallo tra un atto e l’altro, aumentato mediamente di quasi una settimana.
Più in dettaglio il meno 6,2% dei volumi acquistati, sempre con riferimento alla categoria surgelati, incorpora una contrazione del 5,1% dei piatti pronti tradizionali base forno (lasagne, cannelloni surgelati, ecc.) e un meno 6,7% degli stir fry (primi piatti frozen da ripassare in padella). Per ciascuna di queste sottocategorie i dati Gfk-Eurisko rilevano, in termini di spesa, riduzioni nell’ordine dell’8,9 e del 6,2 per cento.
Nell’ambito dei tradizionali base forno emerge in generale una sostanziale tenuta in termini di penetrazione, ma una flessione dell’acquisto medio, non legata però alla frequenza, ma alla minore quantità acquistata per atto.
Stesse dinamiche per i piatti pronti stir fry penalizzati in questo caso da una riduzione del parco acquirenti, da un minore acquisto medio, da una caduta della frequenza e da un maggiore intervallo tra un acquisto e l’altro.
Oltre ai surgelati, i dati Gfk-Eurisko forniscono una fotografia sulla dinamica dei consumi di piatti pronti a base di pasta in busta dry (cosiddetti ambient, conservati cioè a temperatura ambiente). Si tratta di un segmento ormai di nicchia ?dopo l’uscita di scena dei brand leader, che hanno puntato prevalentemente su risotti e minestre ? ma che merita una nota di riflessione. Anche in considerazione delle dinamiche più recenti, riferite all’anno terminante a marzo 2012, che segnalano, in controtendenza con il 2011, un più 4% a volume e un 3,5% di aumento in termini monetari.
Gli ultimi dodici mesi, riferiti all’anno solare, avevano chiuso, al contrario, con una contrazione del 12,8% delle quantità vendute e con un meno 9% della spesa.
Il comparto, ormai presidiato da marchi minori o da private label (marchi del distributore), registra una penetrazione di appena […] La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati subito per non perdere i prossimi numeri [/hidepost]