L’export avanti tutta anche nel 2010
8 Novembre 2010Più 2% le vendite all’estero nel primo trimestre di quest’anno. Bene le spedizioni in Europa e Usa, ripresa rinviata in Germania.
di Carlo Pisani
Numeri ancora positivi per l’export di pasta made in Italy. Con la prima trimestrale del 2010 che suggella il buon andamento delle vendite all’estero, con un balzo a volume del 2%, confermando la tendenza espansiva degli ultimi dodici mesi.
La crisi, insomma, a differenza di altri settori, non lascia tracce nei dati sulle esportazioni di pasta. In un mercato che, nonostante le maggiori pressioni concorrenziali sui circuiti internazionali, anche ad opera dei competitors europei, continua a privilegiare le confezioni italiane.
Un risultato, quello dell’export, sicuramente incoraggiante per le imprese del settore, anche in termini di redditività. Se si considera che una buona metà della produzione è destinata ormai strutturalmente a varcare i confini nazionali. E che un piatto di pasta su quattro nel Mondo – e ben tre in Europa – porta il marchio tricolore.
Dai dati ancora provvisori dell’Istat, che quantificano complessivamente le esportazioni del trimestre in 431mila tonnellate, emerge una buona performance soprattutto all’interno dell’Unione europea, dove la crescita ha oltrepassato a volume i 3 punti percentuali.
Archivia invece una contrazione, seppure solo frazionale, l’export diretto nei paesi terzi, dove in termini fisici le spedizioni di pasta hanno subito, rispetto al primo trimestre 2009, una battuta d’arresto dello 0,4%. [hidepost]
Un dato che non sembra comunque impensierire gli operatori. In un contesto congiunturale, tra l’altro, in cui gli sviluppi sui mercati valutari, che hanno decretato un indebolimento dell’euro nel rapporto di cambio con la principali divise internazionali, lasciano prevedere, oltre i confini Ue, un miglioramento dell’export nel prosieguo dell’anno, che dovrebbe abbondantemente riassorbire il lieve calo di questo avvio del 2010.
In termini monetari, gli aggiornamenti dell’Istat, nonostante i maggiori flussi quantitativi, confermano nel complesso il trend negativo dell’anno precedente, a causa di una generalizzata flessione dei prezzi mondiali. Rispetto alla dinamica sperimentata però negli ultimi dodici mesi (-10% circa), i dati di questo primo trimestre rivelano una forte attenuazione della tendenza negativa, che si è materializzata in una riduzione del fatturato del 4,7%.
Stando ai conteggi ufficiali, l’export di pasta italiana, a tutto marzo 2010, ha trasferito nelle casse nazionali più di 436 milioni di euro (erano 458 milioni nel primo trimestre 2009). E non è escluso, anzi è da ritenersi assai probabile, che a fine 2010 il giro d’affari mantenga uno scarto negativo rispetto all’anno precedente, incorporando in un minore valore unitario dell’export la contrazione dei prezzi delle materie prime, nonostante i lievi recuperi registrati in questi ultimi mesi.
Tornando ai dati quantitativi, se le cose sembrano andare meglio sul mercato europeo non è per merito dei consumatori tedeschi. In Germania, al contrario, che si conferma comunque la principale meta commerciale per le paste italiane, le esportazioni si sono contratte quest’anno del 4%, scendendo nel trimestre attorno alle 91mila tonnellate.
A fare da contrappunto, compensando abbondantemente le perdite archiviate nei rapporti bilaterali con Berlino, sono stati Francia e Regno Unito, paesi in cui le spedizioni sono cresciute rispettivamente del 14 e di oltre il 7 per cento […]. La lettura integrale è riservata ai possessori della rivista. Abbonati subito per non perdere i prossimi numeri [/hidepost]